Storie Web mercoledì, Giugno 11
Notiziario

La California ricorre in tribunale contro Donald Trump e la sua decisione di inviare migliaia di soldati della Guardia Nazionale a presidiare Los Angeles, un’azione che il governatore democratico Gavin Newsom ha condannato come «illegale e immorale», illegalità sostenuta anche dal procuratore generale della California che ha parlato di violazione della sovranità statale.

Ma Trump non demorde, segnalando l’escalation in corso dello scontro politico, legale e istituzionale negli Stati Uniti: «È stata un’ottima decisione inviare la Guardia nazionale per affrontare le rivolte in California, non lo avessimo fatto Los Angeles sarebbe stata dimenticata». Non solo: ha ventilato la possibilità di un arresto di Newsom.

Manifestazioni e disordini proseguono da quattro giorni nella seconda metropoli americana, un crescendo di proteste inizialmente innescate da drammatiche retate anti-immigrati fatte scattare dalla Casa Bianca, con agenti federali armati fino ai denti e mezzi corazzati in quartieri popolari e nei parcheggi dei grandi magazzini. Dimostrazioni ieri si sono estese ad oltre una dozzina di città americane, da New York a Chicago. Solo a Los Angeles da venerdì sono avvenuti almeno 150 arresti, oltre 60 hanno avuto luogo a San Francisco. Nella capitale statale di Sacramento il sindacato ha manifestato contro l’arresto di uno dei principali leader locali.

Il clima è rimasto teso nelle strade, segnate da ore di manifestazioni pacifiche ma anche tafferugli, scontri, autostrade bloccate, veicoli quali robotaxi in fiamme, lacrimogeni e proiettili di gomma delle forze dell’ordine. Diversi giornalisti sono stati feriti, con una reporter australiana colpita dagli agenti con munizioni non letali.

Altrettanto lo shock nei centri della politica, tra scambi di accuse fra l’amministrazione repubblicana e l’opposizione democratica. «Requisire la Guardia Nazionale senza consultare il governatore dello stato è illecito» ha dichiarato Newsom. Trump appare impegnato, come spesso nel suo secondo mandato, a premere per espansioni dei poteri della Casa Bianca, respingendo critiche di derive autoritarie: nello specifico le truppe statali della National Guard rispondono sia ai rispettivi governatori che al presidente, ma tradizionalmente la loro mobilitazione è concordata. Un invio da parte della Casa Bianca per fini domestici è consentito davanti a ribellioni, insurrezioni, gravi disordini e impossibilità di far rispettare leggi federali. L’ultima volta che un presidente prese il comando di queste truppe statali senza l’assenso del governatore fu nel 1965, quando Lyndon Johnson intervenne a protezione di dimostranti per i diritti civili nell’Alabama governata dal segregazionista George Wallace.

Condividere.
© 2025 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.