Storie Web domenica, Maggio 19
Notiziario

La leggenda olimpica della maratona Kipchoge ha dovuto affrontare minacce di morte dopo che qualcuno ha associato il suo nome ad una cospirazione per la scompara di Kiptum.

Eliud Kipchoge sta vivendo un incubo. Il maratoneta e mezzofondista keniota due volte campione olimpico si è ritrovato al centro di una campagna di odio, culminata addirittura in minacce di morte per lui e per la sua famiglia. L’atleta classe 1984 che a Parigi 2024 proverà a collezionare un altro oro alle Olimpiadi, si è lasciato andare alle lacrime in un’intervista con la BBC.

Tutto è nato dopo che il nome di Eliud Kipchoge è stato incredibilmente collegato alla morte del suo ex connazionale e compagno Kelvin Kiptum. Quest’ultimo, che aveva migliorato il record del mondo di Kipchoge, ha perso la vita in un incidente stradale nello scorso febbraio. Alcuni utenti dei social hanno ipotizzato dal nulla che Kipchoge facesse parte di una cospirazione per uccidere Kiptum, che aveva abbassato il suo primato iridato.

Un’ipotesi fondata sul nulla, ma che incredibilmente ha trovato terreno fertile sui social, con un’inaspettata valanga che si è abbattuta sulla famiglia del 39enne che a BBC Sport Africa ha dichiarato: “Sono rimasto scioccato dal fatto che le persone sulle piattaforme dei social media dicano ‘Eliud è coinvolto nella morte di questo ragazzo‘. Questa è stata la notizia peggiore della mia vita”.

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È scoppiato a piangere durante il suo intervento video nel ricordare cosa gli è stato detto: “Ho ricevuto tante brutte cose: che bruceranno il mio campo, bruceranno i miei investimenti in città, bruceranno la mia casa, bruceranno la mia famiglia. Non è successo per fortuna, ma il mondo è questo. Non ho potuto recarmi dalla polizia e dire che la mia vita era in pericolo. Quindi la mia preoccupazione era in realtà quella di dire alla mia famiglia di essere più cosciente e cauta”. 

Una vita stravolta quella del campione di maratona: “Ho iniziato a chiamare tantissime persone. Avevo davvero paura che i miei figli andassero a scuola e tornassero.A volte vanno in giro in bicicletta, ma abbiamo dovuto fermarli perché non si sa mai cosa succederà. Il mio momento peggiore è stato quando ho provato a chiamare mia mamma. Mi ha detto ‘Stai attento’ e ‘Sono successe molte cose’. Ho capito che i social possono arrivare dappertutto. Ma lei mi ha dato coraggio. È stato davvero un mese duro”.

Una delle cose più difficili da accettare è stato che a suo dire la maggior parte delle parole pesanti arrivavano da persone che conosce mene: “Ho perso circa il 90%” dei miei amici. È stato davvero doloroso per me imparare che le parole pesanti arrivavano dai miei compagni di allenamento e da coloro con cui ho contatti“.

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