La scommessa è partita da Monaco di Baviera, con il primo punto vendita, inaugurato lo scorso mese di novembre, al quale in giugno ne seguirà un secondo. «Oggi siamo già in grado di produrre 60 menu completi in un’ora, con due soli operatori» dice Pier Paolo Ciriello, ceo di Italylunch, start up nata nel 2023 a Bologna con una ambizione: essere la prima catena di fast food di cibo italiano in Europa, entrando nel segmento oggi occupato da insegne come Burger King con la grande tradizione gastronomica italiana, garantendo massima velocità (pochi minuti) e prezzi accessibili.
Lasagne, tortellini, pollo con carciofi e peperoni, penne al pomodoro, e così via. In tutto 22 referenze alle quali se ne aggiungono 6 per i bambini. Con una spesa massima per il consumatore di 12, 90 euro per un pasto completo. «Ci sono altre catene che sono entrate nel mondo del fast food di cibo italiano ma con tempi di preparazione molto più lunghi e prezzi decisamente più elevati» prosegue Ciriello, ingegnere chimico che ha girato il mondo al servizio di aziende del settore petrolchimico e che nei vari Paesi in cui ha lavorato si è scontrato con la difficoltà di reperire piatti della cucina nazionale senza spendere troppo. Da qui l’idea, supportata dalla ricerca tecnologica e dall’innovazione: in Italylunch non ci sono chef ma solo operatori che mettono le confezioni in forni dotati di lettore barcode che riconosce la singola referenza e imposta temi di cottura e potenza dei prodotti, in arrivo precotti dal centro di stoccaggio di Verona.
«Abbiamo un business plan che prevede entro cinque anni dodici punti vendita e un fatturato di 23 milioni, di cui una piccola quota arriva dal segmento travel, grazie ad accordi con i tour operator» spiega Ciriello. Su ogni tovaglietta infatti è presente un QR code con informazioni turistiche sulla regione italiana alla quale è dedicato ogni singolo punto vendita: questo permette ai clienti anche di prenotare direttamente una vacanza.
Il primo negozio di Monaco di Baviera celebra il Veneto e le sue tradizioni culinarie, il secondo si soffermerà sull’Emilia-Romagna. Poi via così, sino ad inglobare le varie aree dell’Italia. Sede e cuore della ricerca e sviluppo dell’azienda sono nel capoluogo emiliano, dove – grazie ad accordi con aziende italiane del food che producono piatti cotti per la grande distribuzione organizzata o semi lavorati per la ristorazione – si procede a una precottura senza ossigeno all’interno della confezione. Ogni prodotto così lavorato ha una durata che varia da 45 a 60 giorni. E in ogni parte del mondo gli operatori di Italylunch sono in grado di preparare e servire il pasto allo stesso modo e con gli stessi tempi.
Una formula che Ciriello candida anche al franchising. Solo all’estero, però. In ogni punto vendita i pasti si possono ordinare attraverso un totem digitale, scegliendo tra primi, secondi, contorni. E tutto il processo di produzione e distribuzione è digitalizzato. Il Veneto, con le sue tradizioni, è stato scelto, per il debutto, per la sua vicinanza alla Baviera e per i notevoli flussi turistici dalla Germania che lo caratterizzano.