L’escalation nello scontro tra Israele e l’’Iran ha avuto come conseguenza un aumento del livello di allerta nei paesi limitrofi. Tra questi il Libano, che confina a sud con Israele. Qui, nella parte sud del paese, dal marzo del 1978, ovvero dall’invasione del paese dei cedri da parte di Israele, è attiva Unifil (”(United Nations Interim Force in Lebanon”), una missione delle Nazioni Unite. Istituita dalla risoluzione 425 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la durata della missione è stata prorogata attraverso risoluzioni successive, ogni sei mesi. Partecipano circa 10mila soldati, sono coinvolte 47 nazioni.
Dal ritiro militare israeliano nel 2000, la missione si occupa tra l’altro di demarcare la linea blu che separa di fatto il Libano da Israele. Dopo la guerra del 2006 la missione era stata rafforzata con un nuovo mandato elaborato dalla risoluzione n.1701. Dopo l’ultimo conflitto tra Hezbollah e Israele, interrotto dal cessate il fuoco dello scorso novembre, la risoluzione n.1701 è stata rinforzata con una serie di misure sul terreno. Tra le funzioni che vengono svolte dai Caschi blu, quella di monitorare la cessazione delle ostilità (permanente), accompagnare e sostenere le Lebanese Armed Forces (LAF) nel loro rischieramento nel Sud del paese, comprendendo la Blue Line e coordinare il ritiro delle IDF,ovvero le Forze di difesa israeliane, dai territori libanesi occupati e il ridispiegamento delle LAF negli stessi territori una volta lasciati liberi dagli israeliani. I militari di Unifil devono anche prevenire la ripresa delle ostilità, mantenendo tra la Blue Line e il fiume Litani una area cuscinetto libera da personale armato, assetti ed armamenti che non siano quelli del Governo libanese e della stessa missione delle Nazioni unite.
In che misura l’Italia partecipa a Unifil
La partecipazione italiana alla missione Unifil è iniziata nel luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell’Esercito, dotato di 4 velivoli e costituito da circa 50 militari, con compiti di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento. Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. Di fatto sono dispiegati 1.100 militari italiani. In ambito nazionale l’operazione è denominata “Leonte”. La Brigata Pozzuoli del Friuli, comandata dal generale di brigata Nicola Mandolesi, ha raccolto il testimone della Sassari e nello scorso febbraio ha assunto la responsabilità del Sector-West, con la Missione Bilaterale per il Libano (MIBIL) ed il Military Technical Comitee for Lebanon (MTC4L).
Non solo Unifil: i soldati italiani in Medio Oriente
Più in generale, in Medio Oriente i contingenti italiani sono dispiegati a Erbil, nel nord dell’Iraq, a Rafah – con la presenza dei carabinieri – e in Libano, come parte integrante dell’Unifil. Da Erbil al Libano, fino a Rafah, uomini e donne delle forze armate italiane continuano senza sosta il loro impegno nei teatri operativi anche se – come ha sottolineato lo stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto – «non dovrebbero esserci problemi specifici per le nostre basi». La tensione però aumenta di ora in ora, mentre il cielo sull’Iraq – così come sul Libano – viene solcato dalle scie dei missili iraniani e israeliani in una guerra che non accenna a placarsi. Inevitabile un aumento del livello di attenzione, così come disposto dal capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolano. «In un dominio multidimensionale e multinazionale, gli elementi sul tavolo sono il successo, o insuccesso, di un accordo sul nucleare con l’Iran, la contiguità geopolitica di Stati, attori, interessi, risorse, alleanze e rivalità – ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera -. Sino a ipotesi di maggiore ampiezza e gravità, con il rischio di deflagrazione ed estensione del conflitto aperto ai Paesi limitrofi». «C’è un livello di attenzione che è aumentato – ha aggiunto poi il ministro Crosetto da Montecitorio -, come in tutte le volte in cui purtroppo ci sono avvenimenti di questo tipo e peggiorano le condizioni di sicurezza».
Unifil: il 24 giugno si insedia il nuovo comandante italiano
Intanto però c’è attesa anche per la cerimonia di insediamento del nuovo comandante di Unifil, che questa volta sarà italiano, il generale Diodato Abagnara. Prende il posto del generale spagnolo Aroldo Lazaro. Il passaggio di consegne avverrà il 24 giugno, proprio in uno dei momenti peggiori della crisi tra Beirut e Tel Aviv. A fine maggio la missione Onu ha riferito di aver identificato negli ultimi sei mesi più di 225 depositi di armi nell’area che va dal fiume Litani alla Linea Blu. Anche per questo motivo ci sono stati, da dicembre a oggi, numerosi episodi di tensione e scontri tra popolazione locale e Caschi blu.