I fatti erano avvenuti nel 2021 a Canicattì, in provincia di Agrigento. Il sessantenne Mario Vincenzo Lauricella era morto per salvare la figlia. Secondo i giudici il 78enne Luigi Lalomia avrebbe effettuato “l’unica manovra possibile”.
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La Corte d’Appello ha ridotto la condanna di Luigi Lalomia, il tabaccaio 78enne di Canicattì (Agrigento) accusato di aver investito e ucciso nel 2021 il futuro consuocero, Mario Vincenzo Lauricella, nel tentativo di impedire il matrimonio tra i rispettivi figli. I giudici hanno abbassato la pena a 9 anni, escludendo le aggravanti dei “futili motivi” e dell’aver agito in circostanze che limitavano la difesa della vittima. Il sostituto procuratore Carlo Lenzi aveva invece chiesto la conferma della condanna di primo grado a 14 anni e 6 mesi.
Secondo la Corte d’Assise d’Appello di Palermo, la morte di Lauricella e il ferimento della figlia – fidanzata e promessa sposa del figlio dell’imputato – sarebbero stati conseguenze non intenzionali dell’aggressione. Per questo motivo, è caduta anche l’accusa di tentato omicidio nei confronti della ragazza, che si trovava accanto al padre al momento dell’impatto. Sarebbe stato proprio Lauricella a salvarle la vita, spingendola via prima di essere travolto dal furgone Doblò guidato da Lalomia.
La vittima Mario Vincenzo Lauricella
A rivedere parzialmente il quadro accusatorio è stata una perizia tecnica, che ha fatto chiarezza sulle discrepanze nelle testimonianze. L’ingegnere Grazia La Cara, incaricata dalla Corte d’Assise di ricostruire la dinamica dell’incidente, ha evidenziato che Lalomia sarebbe stato inizialmente aggredito da Lauricella, il quale avrebbe colpito con un bastone il furgone dell’imputato dopo averlo visto avvicinarsi. Nel tentativo di allontanarsi, Lalomia avrebbe poi investito padre e figlia prima di fuggire, eseguendo quella che sarebbe stata “l’unica manovra possibile“.
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Già in primo grado, la Corte d’Assise di Agrigento aveva escluso l’ipotesi di omicidio volontario, riqualificando il reato in omicidio preterintenzionale. Secondo questa ricostruzione, la morte di Lauricella non sarebbe stata premeditata, né l’aggressione pianificata.