Storie Web lunedì, Dicembre 23
Notiziario

In attesa del picco dell’influenza, che arriverà dopo Natale, si fa strada l’ipotesi di anticipare l’immunizzazione già a 60 anni con vaccini potenziati che sono più protettivi. Lo propone la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) dal congresso concluso a Firenze: “Si è più a rischio già dai 60 anni, con probabilità di complicanze influenzali nel 62% degli individui di questa età, soglia critica di inizio del declino del sistema immunitario come evidenziato dalla pandemia”. E dagli esperti arriva anche una forte raccomandazione a vaccinarsi, perchè “si è ancora in tempo” avverte il segretario nazionale della Federazione italiana medici di famiglia Silvestro Scotti.

Rispetto all’anno scorso i casi sono meno, ma i sintomi sono più forti” spiega Scotti. Il picco dovrebbe arrivare in leggero ritardo rispetto al consueto andamento dei contagi e alla tempistica attesa” aggiunge. L’ampia adesione alla campagna vaccinale antinfluenzale sta consentendo a molte persone di mettersi al riparo dalle complicanze.

In ospedale tornano le mascherine

Tornano le mascherine in pronto soccorso e ambulatori ma niente paura, è solo una precauzione. In vista del periodo festivo e del previsto aumento delle infezioni respiratorie la Regione Piemonte ha inviato alle Asl prescrizioni e raccomandazioni. Tra queste ultime appunto l’uso della mascherina chirurgica per chi manifesta sintomi respiratori e per chi è a contatto con pazienti fragili. “Il picco influenzale non è ancora arrivato ma la pandemia ci ha insegnato a prevenire”, spiega il primario dell’ospedale Maria Vittoria di Torino Fabio De Iaco. Le misure prevedono il potenziamento del cosiddetto “bed management” per velocizzare il reperimento dei posti letto anche attingendo a reparti che diminuiscono in questo periodo le attività

 

I sintomi e il contagio

I sintomi e vanno dal mal di gola alla tosse, dal naso che cola alla febbre, dalle manifestazioni gastrointestinali ai dolori articolari.

Il contagio avviene solitamente per contatto diretto con le secrezioni respiratorie e la saliva delle persone infette (starnuti, colpi di tosse); una volta infettati, si rimane contagiosi fino a 3-4 giorni dopo la comparsa dei sintomi. La malattia si manifesta improvvisamente con febbre, cefalea, malessere e dolori ossei e muscolari diffusi.

“Dobbiamo tener conto che si tratta di una variante ”particolarmente immunoevasiva, in grado di eludere parte delle difese del sistema immunitario” spiega il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. L’influenza porterà febbre oltre i 38 gradi, sintomi respiratori come tosse, ma anche naso che cola e occhi arrossati, dolori muscolari e articolari.

Particolarmente colpiti i bambini

Ad essere maggiormente colpiti sono “i bambini sotto i 5 anni di età, con un’incidenza pari a 21,2 casi per mille assistiti (18,9 nella settimana precedente)”, sottolinea l’Iss. 

Su 1.698 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete RespiVirNet, 57 (3,3%) sono risultati positivi al virus  influenzale, 45 di tipo A e 12 di tipo B. Tra i campioni analizzati, 71 (4,2%) sono risultati positivi per Sars-CoV-2, 67 (3,9%) per virus  respiratorio sinciziale e i rimanenti 438 sono risultati positivi per  altri virus respiratori, di cui: 255 (15%) rhinovirus, 69 coronavirus  umani diversi da Sars-CoV-2, 66 adenovirus, 38 virus parainfluenzali,  6 bocavirus e 4 metapneumovirus, conclude il bollettino.

Come si cura l’influenza

È consigliato il riposo, una buona idratazione e farmaci per il controllo dei sintomi come antipiretici per la febbre, la cefalea e i dolori osteo-muscolari. Nei bambini a rischio di sviluppare forme complicate di influenza si utilizza anche una terapia antivirale con farmaci antivirali specifici, che deve essere iniziata precocemente (entro 24-48 ore dalla comparsa dei sintomi).

Trattandosi di infezioni virali, la terapia antibiotica non solo è inutile, ma spesso dannosa quando non prescritta dal medico.

 

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