Storie Web domenica, Ottobre 19
Notiziario

Arriva la prima ondata di freddo dalla Russia e l’Italia si prepara al crollo delle temperature. Ma se la colonnina del mercurio registrerà già in queste ore una discesa, sarà la curva dei casi di virus respiratori a salire. E un numero crescente di italiani sperimenterà i primi malanni della stagione. 

“Il freddo è l’elemento trigger”

Il freddo, evidenzia il virologo Fabrizio Pregliasco, è “l’elemento trigger”,  l’innesco “del peggioramento del numero di casi”. Le previsioni  parlano chiaro: le temperature scenderanno fino a 10-12°C sotto la  media del periodo e avremo minime intorno ai 4°C e massime sui 13-14°C nelle zone più fredde. Il meteo segnala poi forti temporali sul Nord  Est, che da lì si spingono fino alle regioni centrali adriatiche. Uno scenario da novembre, più che da ottobre. E ci si metterà anche il vento ad acuire il freddo, poi la situazione potrebbe tornare in linea con la normalità autunnale. Insomma, lo sbalzo termico è assicurato.      

L’impatto della sferzata di freddo sull’accelerata dei virus stagionali? “Potremmo stimare a livello nazionale 400mila casi settimanali, per effetto del calo delle temperature”, analizza il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e  Medicina preventiva dell’università degli Studi di Milano e direttore  sanitario dell’Irccs ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio. Ad alimentare la crescita delle infezioni “non c’è solo l’influenza – puntualizza  l’esperto – In questo momento le rilevazioni del virus influenzale sono minoritarie rispetto ai virus ”cugini”, simil-influenzali, come adenovirus, rinovirus. E c’è poi il Covid che si fa sentire”. 

A ogni  patogeno il suo ‘habitat’ ideale: se i virus parainfluenzali sono  facilitati nella loro attività dagli sbalzi termici, la ‘vera’ influenza – ricorda sempre Pregliasco – alzerà la testa quando avremo  “temperatura bassa sotto lo zero per più giorni consecutivi, con umidità relativa elevata”.

L’avvio della campagna vaccinale

Ottobre segna l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale  2025-2026 in tutta Italia. “L’obiettivo è proteggere la popolazione riducendo il rischio di malattia, ospedalizzazioni e decessi legati all’influenza, oltre a limitare la trasmissione del virus a chi è più  vulnerabile”, ricorda Pregliasco. “La vaccinazione è il metodo più sicuro ed efficace per prevenire l’influenza o la sintomatologia più grave ad essa correlata. Oltre alla protezione personale, aiuta a ridurre la pressione sui pronto  soccorso e sui reparti ospedalieri, abbassando i costi sanitari e  migliorando la produttività tramite riduzione dell’assenteismo scolastico e lavorativo”. 

Influenza, verso un’altra stagione record 

Nella scorsa stagione 16 milioni di italiani – un quinto della popolazione – sono stati colpiti dai virus  influenzali, con 600 casi severi e 134 decessi. Sono i dati elaborati dall’Istituto superiore di sanità. Ad allarmare gli  specialisti per l’impatto dell’imminente nuova stagione influenzale  sono anche i dati della vaccinazione 2024-25, “ancora in calo con  circa 1 su 2 degli over 65 che si è vaccinato, rispetto all’obiettivo  minimo del 75%”, hanno ricordato.   

“Se buchiamo le vaccinazioni avremo molti ricoveri”

Che stagione influenzale ci aspetta? “E’ sempre difficile stabilire cosa accadrà – ha spiegato Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit- I dati  dell’emisfero australe, di solito un presagio attendibile di quello che accadrà in Ue, ci hanno detto che sono state registrate molte ospedalizzazioni. Se partiamo anche dal dato italiano della scorso  anno, 16 milioni di casi, se anche quest’anno buchiamo le vaccinazioni avremo molti ricoveri che poi spesso sono decessi. L’auspicio è che la campagna vaccinale parta rapidamente. Anche perché ci sarà il Covid,  ci sarà il virus respiratorio sinciziale che si stima faccia 1.500  morti l’anno. Insomma potrebbe essere una stagione complessivamente  pesante”.       

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