Storie Web martedì, Aprile 22
Notiziario

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Sono almeno 20 i turisti rimasti uccisi martedì in un attentato nel territorio indiano del Jammu e Kashmir, nell’attacco più sanguinoso mai sferrato nella regione contro dei bersagli civili da molti anni a questa parte. Sul numero esatto di vittime c’è confusione perché per il momento manca una stima ufficiale. Tre diverse fonti dei servizi di sicurezza indiani hanno parlato rispettivamente di 20, 24 e 26 morti. I feriti, alcuni dei quali in condizioni gravi, sarebbero più di 30. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha definito l’attacco «un atto atroce» e ha promesso che «i responsabili saranno portati davanti alla giustizia».

L’attacco è avvenuto a 5 chilometri da Pahalgam, a sud della capitale estiva di Srinagar. Secondo le prime ricostruzioni, almeno quattro uomini armati avrebbero preso di mira un gruppo di turisti in un prato, in una zona isolata di una delle località più pittoresche della regione. «Questo è un attacco molto più grande di qualunque azione compiuta negli ultimi anni contro la popolazione civile» ha commentato Omar Abdullah, il chief minister del territorio del Jammu e Kashmir.

Il Jammu e Kashmir è un territorio indiano – amministrato in parte localmente e in parte dal governo centrale di New Delhi – che da decenni al centro di dispute tra l’India, il Pakistan e una parte consistente della popolazione locale di fede musulmana. Nel 2019 il governo Modi ha abrogato la norma costituzionale che ne garantiva un grado di autonomia maggiore rispetto agli altri Stati dell’unione, aprendo la strada al “downgrade” che lo ha fatto passare da Stato e Territorio, una forma di governo locale abitualmente impiegata per aree di dimensioni ridotte sulle quali è maggiore il potere esercitato dal potere centrale.

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