Una sequela di gelate improvvise, che nei giorni scorsi hanno colpito diverse aree della Turchia, sono destinate a influenzare negativamente l’approvvigionamento di albicocche, nocciole e uva sultanina destinate al mercato europeo della frutta secca ed essiccata, con inevitabili ripercussioni sui prezzi. Ankara è oggi il primo produttore mondiale sia di nocciole che di albicocche, e un deficit nei suoi raccolti rischia di mettere in allarme quella parte di industria alimentare che si rifornisce di materia prima da questo Paese.
Fruitimprese, l’associazione che riunisce 300 imprese ortofrutticole italiane, stima che la situazione più grave sia quella delle albicocche, per le quali si rischia una perdita fino al 90% del prodotto destinato alla raccolta e all’essiccazione. Segnali negativi arrivano però anche dalle nocciole, per le quali si teme un raccolto ridotto al 60%, mentre per l’uva sultanina le perdite sono stimate intorno al 30%.
Le temperature registrate tra il 10 e 12 aprile, scese repentinamente anche di 15° C in alcune zone del Paese, hanno colpito le colture all’inizio della loro stagione vegetativa, compromettendo i raccolti per tutta la campagna produttiva. Le autorità turche hanno paragonato la situazione a quella del 2014 e stanno lavorando per quantificare le perdite e attuare tutte le misure disponibili per salvaguardare la produzione locale.
Questi eventi, sostiene Fruitimprese, finiscono però con l’aggravare una situazione di mercato che è stata già resa critica per la mancanza di prodotto registrata durante la campagna 2024. L’anno scorso, infatti, la Coldiretti calcolava un calo della produzione italiana di nocciole di circa il 20%, anche in questo caso per colpa del maltempo che ha interessato le regioni del Nord. L’Italia è il secondo produttore mondiale dopo la Turchia, con quasi centomila ettari coltivati e una produzione che si aggira sui 100 milioni di chili. La situazione più pesante si era registrata proprio in Piemonte, dove si coltiva un terzo della produzione nazionale, con una diminuzione prevista del 50%. Lo scorso anno il nostro Paese aveva importato 75 milioni di chili di nocciole straniere, la metà delle quali proprio dalla Turchia, che ora per il 2025 rischia di lasciarci a secco.
Anche per le albioccocche la crisi turca potrebbe finire con il ripercuotersi sull’Italia. Per quest’anno la produzione europea di albicocche è stimata in calo del 10%. In Italia le prime previsioni ipotizzano un deficit dei volumi del 20%. Alla luce dell’andamento meteo in Turchia, dunque, la campagna 2025 delle albicocche si preannuncia caratterizzata da una generale scarsità di prodotto