Da un lato le risorse destinate alle azioni della strategia regionale per l’innovazione. Dall’altro i fondi a valere sul cosiddetta programma Step, acronimo di Strategic Technologies for Europe per supportare l’industria europea e stimolare gli investimenti in tecnologie critiche in Europa, la cui quota siciliana vale poco più di 600 milioni. In totale, a sentire i vertici dell’assessorato regionale alle Attività produttive, sarà disponibile nei prossimi mesi una dote di un miliardo per bandi e non solo che verranno pubblicati nei prossimi mesi. «Si tratta di risorse provenienti da fondi Fesr, Fsc e Poc e l’obiettivo è chiaro: trasformare queste risorse in opportunità concrete per le imprese siciliane – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo -. Siamo al lavoro per costruire un ecosistema favorevole alle imprese, dove innovazione, capitale umano e ricerca non siano parole vuote ma pilastri reali dello sviluppo. A partire da fine maggio saranno pubblicati i primi bandi, frutto di un lavoro tecnico e politico condiviso con il direttore generale Dario Cartabellotta, con cui abbiamo impostato una linea chiara basata su tre concetti: semplificare, sostenere, rilanciare».
Ricerca e innovazione
La Regione prova dunque ad accelerare mettendo in campo più risorse possibili a valere sulla programmazione europea 21-27: «I primi bandi arriveranno a partire dalla fine di maggio – spiega Cartabellotta – e poi a seguire arriveranno gli altri. Sono tutti bandi che si inseriscono nella cosiddetta S3, la strategia regionale per l’innovazione». Il primo bando ad arrivare sarà quello che riguarda la ricerca collaborativa tra imprese e soggetti di ricerca: un bando che vale 126 milioni di euro che «coinvolge da un lato il sistema produttivo siciliano e dall’altro i centri di ricerca presenti nella regione». Questo bando segue a ruota un altro bando da quasi 70 milioni ritenuto strategico che riguarda le infrastrutture di ricerca che è stato prorogato al 30 maggio: «Si tratta – spiegano dall’assessorato – di un avviso che punta ad agevolare due tipologie di interventi: la realizzazione di nuove infrastrutture di ricerca e il loro ammodernamento (dagli ampliamenti strutturali ai nuovi allestimenti tecnologici), ma anche la creazione o il potenziamento di infrastrutture di prova e sperimentazione, ossia laboratori dove le imprese possano testare e sviluppare innovazioni». Sul fronte dell’open innovation sempre per la fine di maggio è annunciato il bando da quasi 10 milioni per programmi di accelerazione. A far data dal 31 maggio è in arrivo il bando da 25 milioni a sostegno del «capitale umano delle imprese – spiega Cartabellotta-. Fondi che le aziende potranno utilizzare per il recruiting di alti profili professionali oppure per formare all’interno dell’azienda i profili professionali di cui hanno bisogno».
Qualificazione energetica delle imprese
Su un altro fronte, invece, si muove il bando destinato alla riqualificazione energetica delle imprese: si tratta di un avviso da 75 milioni (sempre a partire dal 31 maggio) destinato soprattutto alle Piccole e medie imprese. «Si tratta di un primo gruppo di bandi già pronti – spiega ancora il direttore generale del dipartimento Attività produttive – ma stiamo già lavorando ad altri avvisi».
Un grosso capitolo della spesa dei fondi europei nei prossimi mesi arriverà comunque dai fondi Step destinati a stimolare gli investimenti in tecnologie critiche in Europa. Il cantiere è aperto nell’ambito degli interventi per rafforzare le catene del valore regionali in ambito digitale, deep tech e nelle biotecnologie. In questo caso, però, le cose sono un po’ più complicate: la linea è di intervenire con strumenti diversi dai bandi ovvero con accordi quadro, contratti di sviluppo o addirittura minicontratti di sviluppo in una fascia che sta tra i 5 e i 20 milioni di euro per dare risposte al sistema produttivo siciliano. Gli uffici della Regione sono al lavoro per definire il tutto e i documenti potrebbero arrivare all’attenzione della giunta guidata da Renato Schifani nei prossimi giorni. Almeno questa è l’ipotesi.