Il mensile satirico livornese Il Vernacoliere, storico baluardo dell’irriverenza e del vernacolo toscano e nello specifico livornese, ha annunciato la sospensione delle pubblicazioni dopo il numero di novembre 2025. L’annuncio, dato dal fondatore e direttore Mario Cardinali tramite un post su Facebook, ha suscitato reazioni di sorpresa e preoccupazione tra i lettori e il mondo del giornalismo. La decisione, definita una “pausa di riorganizzazione” in attesa di “tempi migliori”, è motivata dalla crisi dell’editoria cartacea, dall’avanzata del digitale e dalla stanchezza personale di Cardinali, che a 88 anni si dice “un po’ stanchino”. Tuttavia, spiragli di speranza arrivano da iniziative locali, come quella proposta dal sindaco di Livorno, Luca Salvetti, per rilanciare il giornale.
La storia de Il Vernacoliere: da Livornocronaca a icona satirica
Fondato nel 1961 come Livornocronaca, il periodico nasce come settimanale di controinformazione libertaria, con un focus sulla realtà locale di Livorno. Tra il 1961 e il 1969 è un punto di riferimento per il dibattito cittadino, per poi trasformarsi in un quindicinale fino al 1972, quando diventa mensile con il sottotitolo Il Vernacoliere.
È nel 1982 che il giornale assume la sua identità definitiva, abbandonando il nome Livornocronaca e abbracciando pienamente la satira in vernacolo livornese, con articoli, vignette e fumetti che ne fanno un unicum nel panorama editoriale italiano. Sotto la guida di Mario Cardinali, il mensile raggiunge una tiratura media di 25.000 copie, distribuite non solo in Toscana, ma anche in Umbria, Liguria, Emilia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto e all’estero tramite abbonamenti. Le sue locandine, celebri per il linguaggio dissacrante e i giochi di parole, diventano un simbolo di libertà espressiva, senza mai cedere a finanziamenti pubblici o pubblicità.
Il Vernacoliere (Il Vernacoliere)
17/10/2025
La sospensione: crisi della carta e stanchezza personale
L’annuncio di Cardinali, scritto con il suo caratteristico stile ironico e colorito, non nasconde le difficoltà che hanno portato alla decisione. “Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali”, scrive l’88enne direttore, ammettendo che, dopo 65 anni di attività, il peso dell’età si fa sentire: “Il cervello è sempre vispo, ma sottosotto ciondola”. Tuttavia, la crisi non è solo personale.
La “crisi sempre più profonda della carta” è un fattore determinante: le edicole chiudono a migliaia, i costi di produzione superano gli incassi e il pubblico, sempre più orientato al digitale, “scrolla invece di sfogliare”. Cardinali sottolinea anche la difficoltà di mantenere un giornale che ha sempre vissuto di sole vendite, senza sovvenzioni o inserzioni pubblicitarie, in un contesto in cui i quotidiani spesso dipendono da finanziamenti statali o si riducono a “bollettini di Stato o di Partito”. A questo si aggiunge il problema della successione: trovare un direttore con il carisma e la stima necessari per guidare una redazione di “ultimi giapponesi della satira” non è impresa facile, come ricorda Cardinali citando Max Greggio, storico collaboratore.

Mario Cardinali, direttore del Vernacoliere (WikipediaCommons)
Reazioni e prospettive: la comunità si mobilità
La notizia ha suscitato immediate reazioni. Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana, ha definito Il Vernacoliere “uno spazio di libertà e di satira unico nel panorama editoriale italiano”, auspicando che la pausa sia breve. Anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha espresso il suo sostegno, definendo il giornale “un pezzo fondamentale della cultura toscana” e annunciando un incontro con Cardinali per valutare possibili forme di supporto.
Ancora più concreta l’iniziativa del sindaco di Livorno, Luca Salvetti, che il 17 ottobre ha lanciato l’operazione “Avanti Vernacoliere”. L’idea prevede una grande mostra con eventi collegati per rilanciare l’impegno della città e dei lettori, con l’obiettivo di attrarre nuovi abbonati e mantenere viva l’esperienza del giornale. “Questa avventura non poteva esaurirsi in questo modo”, ha dichiarato Salvetti, sottolineando l’importanza de Il Vernacoliere come simbolo della “livornesità” e della satira italiana.

Mario Cardinali (Il Vernacoliere)
Un’eredità di irriverenza
Nonostante la sospensione, Cardinali lascia aperta una porta alla speranza: “Vediamo se dopo aver ripreso fiato ce la faremo una volta ancora”. L’eredità del Vernacoliere è innegabile: per decenni ha rappresentato una voce fuori dal coro, capace di sbeffeggiare il potere con un linguaggio schietto e un’ironia che ha conquistato lettori in tutta Italia e oltre. Le sue locandine, appese come “parolacce su carta” nelle edicole, hanno raccontato l’attualità con una libertà che, come lamenta Cardinali, sembra oggi affievolirsi in un’epoca di “rincretinimento collettivo” e di politici che “sono i primi buffoni”. Resta da vedere se questa pausa sarà davvero temporanea o se segnerà la fine di un’epoca. Per ora, il saluto di Cardinali è un misto di malinconia e sghignazzo, un “epitaffio sghignazzante” che rispecchia lo spirito indomito di un giornale unico nel suo genere.