Frolla Microbiscottificio sta spiccando il volo: nel 2024 il fatturato della coperativa sociale di Osimo, nelle Marche, ha toccato i 700mila euro, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. E il 2025 sembra destinato a replicare se non a migliorare la performance: nel primo semestre dell’anno è stato registrato un fatturato di 480mila euro, anche grazie all’apertura del Frolla Market nel mese di marzo.
L’anno in corso non si traduce, tuttavia, solo in numeri positivi ma anche in riconoscimenti internazionali. Il 21 ottobre Frolla è stata protagonista a Parigi in occasione dell’evento Unesco “Work inclusion: Talents and Skills in Italian Cuisine”. E nei mesi precedenti il biscottificio marchigiano aveva partecipato a una delle celebrazioni in occasione dell’anno internazionale delle cooperative all’Onu, a New York.
«La partecipazione all’evento Unesco a Parigi corona un anno straordinario per Frolla», racconta il presidente Jacopo Corona, fondatore della cooperativa insieme a Gianluca Di Lorenzo. «Dopo l’inaugurazione del Frolla Market dello scorso marzo e l’invito all’Onu, l’esperienza parigina conferma il valore di un’impresa sociale che unisce innovazione, inclusione e qualità. La ricorrenza dell’Anno internazionale delle cooperative, anche grazie al prezioso lavoro e al riconoscimento del ministero, ci ha permesso di essere presenti su palcoscenici così importanti».
Quelle del 2025 non sono state , comunque, le prime esperienze internazionali di Frolla, che già nel 2004 ha attraversato l’oceano Atlantico per una collaborazione negli Stati Uniti, «a Boston – spiega Corona – con l’azienda Collettey’s cookies che stava intraprendendo un percorso e un’esperienza simili alla nostra».
Frolla Microbiscottificio nasce a Osimo, in provincia di Ancona, nel 2018 come progetto d’impresa e in meno di un anno diventa cooperativa sociale con un obiettivo chiaro: fornire a ragazzi e ragazze con disabilità un percorso di inserimento lavorativo. Una straordinaria rete solidale e una campagna di crowdfunding permettono di fondare quello che è diventato un vero e proprio modello di impresa sociale collettiva. Da qui l’idea: un prodotto semplice, un biscotto, prodotto però da ragazzi con disabilità.









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