Come previsto per questo nono test il primo stadio del razzo, lungo 71 metri, si è separato dallo stadio superiore, la navetta Starship, alcuni minuti dopo il lancio, per rientrare sulla Terra ed effettuare un ammaraggio controllato. Ma i controllori di SpaceX hanno perso il contatto con il booster che è andato distrutto (non si sa se per esplosione o perché precipitato troppo velocemente in mare).
La Starship, lo stadio superiore, ha continuato la sua ascesa nello Spazio raggiungendo la traiettoria suborbitale pianificata circa nove minuti dopo l’inizio del volo. In questa missione SpaceX voleva dispiegare anche il suo primo carico utile in assoluto: “simulatori” dei suoi satelliti internet Starlink da rilasciare per poi bruciare nell’atmosfera. Neanche questa operazione però è stata effettuata: il portellone per far uscire i satelliti sulla Starship è stato aperto ma poi è stato richiuso.
I piani prevedevano che la Starship completasse il suo volo sperimentale di meno di 90 minuti con una discesa controllata e un ammaraggio nell’Oceano Indiano. Ma circa mezz’ora dopo il lancio, SpaceX ha dichiarato che il suo team di volo aveva perso il controllo dell’assetto della Starship, lasciando il veicolo in rotazione mentre continuava a dirigersi verso il rientro atmosferico.