I laboratori di ricerca italiani in tema di fotovoltaico ce la stanno mettendo tutta per creare le basi scientifiche e riuscire a sviluppare una filiera nazionale ed europea. Pure di nuova generazione, ovvero superando il solare tradizionale al silicio che sta raggiungendo il limite di efficienza, oltre a mostrare come la propria natura rigida e pesante ne impedisca l’utilizzo per tutte le applicazioni.
Quasi 85 gigawatt entro il 2035
E quindi ecco che ci si sta concentrando sulle celle solari di perovskite, interessanti per la loro efficienza, leggerezza e flessibilità, ma anche, almeno sulla carta, per un prezzo di produzione relativamente basso. Lo afferma l’ultimo rapporto di IDTechEx “Perovskite Photovoltaic Market 2025-2035 che prevede che le installazioni annuali di fotovoltaico a perovskite raggiungeranno una capacità di produzione di energia di quasi 85 GW entro il 2035.
È improbabile, dicono gli esperti, che le celle solari a perovskite a giunzione singola sostituiscano direttamente tutta la tecnologia solare al silicio, tuttavia, dovrebbero essere preferite per le applicazioni emergenti dove esistono limiti di peso e dove è richiesta flessibilità.
Soluzioni ibride
Certo è che vanno risolti ancora dei problemi. Nel frattempo, si fa strada anche una sorta di via di mezzo: ovvero un solare tandem perovskite/silicio. E sempreIDTechEx prevede che entro il 2035 i moduli solari in tandem perovskite/silicio saranno comparabili in termini di prezzo con quelli in silicio a giunzione singola.
Le previsioni potrebbero non tenere conto della politica d’oltreoceano, ma tra gli addetti ai lavori dell’energia rinnovabile sta prevalendo un sentiment positivo: «Dobbiamo fare affidamento su un percorso verso la decarbonizzazione ormai avviato, condiviso e coordinato a livello pressoché globale che punta a favorire la consapevolezza, l’interesse dell’industria a investire su nuove tecnologie, l’accettabilità sociale e una maggiore disponibilità da parte degli utilizzatori finali, ossia i cittadini, a modificare le proprie abitudini ed assumere un ruolo attivo e propositivo». È questo il parere di Giulia Monteleone, ricercatrice Enea.