Storie Web venerdì, Marzo 21
Notiziario

Il Ceo di Nvidia, Jensen Huang è solito intervenire nel processo di selezione con l’obiettivo di analizzare il processo di ragionamento dei candidati attraverso una singola domanda che rifletta la biografia e le scelte del loro passato. Sono sempre più i leader aziendali che riconoscono come il fattore umano sia la vera risorsa chiave per il successo competitivo. In un contesto in cui la tecnologia accelera e facilita la standardizzazione dei processi e dei risultati, sono le persone che portano quel quid che fa la differenza, oltre ogni retorica del “people first” che lasciano a leader di poco spessore.

Sono pochi i business in cui la qualità del prodotto o del servizio dipende esclusivamente da materiali o tecnologie. Al contrario, la componente umana rappresenta ancora il fulcro essenziale di ogni vantaggio competitivo sostenibile. Se è vero che l’intelligenza artificiale potrà sostituire alcune attività standardizzabili, è altrettanto vero che essa tende a convergere verso soluzioni simili, uniformando processi e risultati. Pertanto, l’unicità e il valore aggiunto autentico continueranno inevitabilmente a risiedere nelle capacità relazionali, nelle intuizioni creative e nella diversità umana.

La presentazione dei risultati dell’ultimo rapporto Best workplaces Italia 2025 di Great place to work è quindi un appuntamento irrinunciabile per i leader che vogliono confrontarsi con il mercato, misurandosi non soltanto con i propri competitor diretti, ma anche con realtà appartenenti a settori profondamente differenti.

La classifica

La classifica del 2025 mette in evidenza senza alcuna ambiguità come le organizzazioni migliori siano riuscite a costruire ambienti in cui la fiducia, misurata dal Trust index, tocca punte elevate rispetto alla media nazionale (84% contro un 44% della media italiana), a dimostrazione che investire nella costruzione di un luogo di lavoro di qualità paga.

I risultati confermano come l’ottimizzazione della gestione del rapporto con le persone sia un bersaglio che è sempre in movimento. Rispetto al passato attrarre talenti non è più sufficiente, perché nelle condizioni attuali del mercato del lavoro, il focus deve orientare anche sulla capacità di trattenere persone con competenze diversificate, provenienti da generazioni e background eterogenei. Non è un caso se il profilo medio del capitale umano nelle aziende premiate presenta una significativa diversità generazionale e organizzativa, con un 41% di donne e una presenza consistente di persone appartenenti alla generazione dei Millennials e della Generazione X.

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