Storie Web mercoledì, Giugno 26
Notiziario

«Imporre un requisito per l’imaging della tau solleverebbe pesanti preoccupazioni pratiche e di accesso al trattamento», ha affermato Thomas Montine della Stanford University, che ha presieduto il panel.

Traslando i dati scientifici in quelli economici, il 2024 potrebbe essere un anno “spartiacque”. A maggio, Eisai ha previsto che le vendite saliranno a circa 364 milioni di dollari nell’anno fiscale 2024, che si concluderà a marzo 2025. Un vantaggio che secondo gli analisti non riuscirà però a garantire a Leqembi il primo posto in classifica delle vendite nel lungo termine.

Secondo i dati Lseg, le vendite di donanemab raggiungeranno i 65,6 milioni di dollari nel 2024, salendo a 630,75 milioni l’anno prossimo. In soli 12 mesi, quindi, il nuovo farmaco di Lilly supererebbe quello della partnership Eisai-Biogen. Le ragioni, per gli analisti, sono due: un dosaggio più conveniente e il fatto che i pazienti possono smettere di ricevere il farmaco una volta che placca amiloide ha raggiunto livelli molto bassi. L’interruzione del trattamento, secondo l’azienda, è un vantaggio fondamentale per il suo farmaco, che potrebbe ridurre gli effetti collaterali e i costi dell’uso a lungo termine.

Le stesse ragioni che aveva spinto lo staff della Fda a ritardare l’approvazione affermando che Lilly ha fornito pochi dati a supporto sia del momento ottimale per interrompere il trattamento sia sulla tempistica con cui i pazienti potrebbero aver bisogno di riprenderlo. Nonostante queste domande, molti membri del panel hanno ritenuto che la possibilità di interrompere il trattamento sia promettente.

Ma da qui al 2030 potrebbero esserci altre sorprese. Anche se gli analisti si aspettano che Eisai, Biogen e Lilly rappresentino la maggior parte delle vendite di farmaci per l’Alzheimer, altre aziende, come AC Immune, Alzheon, Cassava Sciences e Vivoryon Therapeutics stanno sviluppando le loro molecole per questa demenza. E l’impatto limitato, anche se statisticamente significativo, sull’attività cognitiva sia di Leqembi sia di donanemab lascia ampio margine alla concorrenza.

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