Storie Web venerdì, Dicembre 20
Notiziario

Cash is king, il contante resta il re dei pagamenti nell’area dell’euro. Ma forse non lo sarà ancora per molto, in un mondo dove i pagamenti online giornalieri aumentano. La terza edizione dello studio Bce sulle abitudini di pagamento dei consumatori nell’area dell’euro (Space) ha rilevato come in termini di numero di pagamenti, il contante è ancora utilizzato nei negozi, punti vendita, come principale mezzo di pagamento, con una quota pari al 52% sul numero totale di transazioni. Il contante resta inoltre l’opzione di pagamento più importante per la maggior parte degli intervistati (31% molto importante, 31% abbastanza importante), soprattutto per questioni di privacy.

La flessione

L’egemonia del contante è tuttavia in continuo calo: il 52% delle transazioni nei negozi nel 2024 è inferiore al 59% del 2022, al 72% del 2019 e al 79% del 2016 anno di inizio di questa indagine. La terza edizione dello studio si basa su interviste dirette e raccolte di questionari effettuati tra il settembre 2023 e il giugno 2024 su un campione di 50.000 consumatori nell’eurozona.

Meno carte, più smartphone

Per i soli pagamenti online sul totale dei pagamenti giornalieri, le carte di credito sono confermate come il mezzo più popolare ma con una tendenza in calo (al 48% sul totale nel 2025 rispetto al 54% del 2019 e al 51% nel 2022) mentre le app dei telefonini sono in crescita. Le carte di credito sono lo strumento di pagamento più utilizzato nei negozi in termini di volumi delle transazioni.

Italia paese del cash

In Italia, il 61% delle transazioni nei negozi viene effettuato in contanti (tra le percentuali più alte nell’area dell’euro dove la più bassa è il 22% dell’Olanda), seguito dal 32% in carte di credito e solo il 4% con le app dei telefonini.

Lo studio Bce ha infine rilevato una quota crescente di consumatori (quelli interpellati nel sondaggio) che posseggono crypto-assets: la percentuale è più che raddoppiata, anche se da un basso 4% del 2022 al 9% in media nel 2024. In Italia il possesso di crypto-assets è risultato al 9%, nella media dell’area dell’euro. L’utilizzo di questo strumento è prevalentemente come mezzo di investimento e non come forma di pagamento.

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