Decarbonizzare le città, e in generale il comparto residenziale, recuperando il calore di scarto dei data center che altrimenti andrebbe disperso ed evitando così che le abitazioni producano CO2 per soddisfare le proprie esigenze. Secondo gli esperti si tratta di una delle leve più promettenti, a livello sistemico, per sfruttare lo sviluppo di queste infrastrutture in un’ottica di sistema, di circolarità e di transizione green, con una pianificazione sinergica tra sviluppo digitale e strategie energetiche.
I calcoli dello studio di A2A e TEHA dicono che, nel miglior scenario, si potrebbero recuperare fino a 9,5 TWh annui di energia termica dai data center collocati in prossimità di reti di teleriscaldamento esistenti o pianificate. Una quantità sufficiente per coprire il fabbisogno termico annuo di circa 800.000 famiglie — di cui oltre 530.000 nella sola Città Metropolitana di Milano — contribuendo a evitare ogni anno fino a 2 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti. Un risultato, quest’ultimo, che può essere tradotto in altri due numeri, forse più divulgativi: rappresenta il 5% delle attuali emissioni dirette del comparto residenziale italiano, ma equivale anche al risultato che si otterrebbe installando 2,3 milioni di pompe di calore (ovvero il 55% del parco complessivo al 2024).
I progetti della Finlandia
I casi virtuosi in questo campo non mancano. E come spesso accade i Paesi nordici fanno scuola. Per esempio la Finlandia, dove nel Comune di Mantsala l’allaccio di un data center da 75 MW del Nebius Group alla rete di teleriscaldamento locale ha consentito di soddisfare il fabbisogno termico di 2.500 abitazioni, riducendo anche i costi energetici per i cittadini. Un altro progetto, più su larga scala, è stato avviato nel 2023 da Microsoft, che ha acquisito un’area di 22 ettari nei pressi di Helsinki con l’obiettivo di costruire un nuovo data center connesso alla rete di teleriscaldamento della città di Espoo. Una volta operativo, l’impianto sarà in grado di coprire fino al 40% del fabbisogno termico della popolazione locale, ovvero circa 100.000 abitanti.
Il ruolo di A2A
In Italia, A2A si è mossa, sia a Milano sia a Brescia. Nel capoluogo lavora con Retelit e DBA gruppo per recuperare e immettere nella rete di teleriscaldamento, che alimenta il municipio 6, il calore di un data center in costruzione da 3,2 MW, peraltro in un contesto urbano denso e fortemente energivoro. A Brescia, invece, quest’estate ha inaugurato nella centrale Lamarmora un nuovo data center progettato dalla società francese Qarnot che, grazie a un avanzato sistema di raffreddamento a liquido, consente di recuperare energia termica a temperature elevate, fino a 65 gradi, da immettere direttamente in rete per portare calore agli edifici. In tutto, il recupero termico sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 1.350 appartamenti equivalenti, evitando l’emissione di 3.500 tonnellate di anidride carbonica.






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