Il cambiamento climatico e l’estate più calda anticipano la vendemmia in Italia: in queste ultime ore del mese di luglio la raccolta dell’uva è già cominciata in Sicilia. Secondo le previsioni della Coldiretti, quella del 2025 si preannuncia un’annata di buona qualità e di discreta quantità, intorno ai 45 milioni di ettolitri. Siccità e maltempo hanno condizionato in alcuni territori le rese, ma senza pregiudicare la qualità, mentre i problemi legati alle malattie come la peronospora e l’oidio sono risultati inferiori rispetto alle preoccupazioni iniziali.
Partite con le uve da spumanti Pinot e Chardonnay, le operazioni di raccolta si estenderanno in agosto agli altri bianchi e proseguiranno poi a settembre e ottobre con la Glera per il Prosecco e con le uve rosse Sangiovese, Montepulciano e Nebbiolo, per concludersi infine a novembre con le uve di Aglianico e Nerello.
In Abruzzo si prevede una buona produzione, con una resa di 120-140 quintali ad ettaro nonostante i danni causati dalla grandine nella provincia di Chieti. Anche in Basilicata si prospetta una buona annata, poco sopra le media dell’ultimo quinquennio, mentre in Calabria si attendono aumenti di produzione tra il 10% e il 15% in tutte le province, fatta eccezione il Crotonese, dove le gelate potrebbero aver compromesso un quinto del raccolto.
Buone anche le previsioni della Campania, con quantità uguali o superiori allo scorso anno, anche se inizia a preoccupare il fenomeno della siccità che potrebbe incidere sulle rese. L’Emilia Romagna si avvia verso quantità nella media in tutte le province, mentre in Friuli Venezia Giulia la situazione della vendemmia varia molto da zona a zona, a seconda del tipo di uva e della possibilità di irrigare. In generale, la quantità di uva prevista è nella media, anche se leggermente più bassa nelle aree collinari, soprattutto per Pinot grigio e Tocai friulano.
Nel Lazio le quantità sono stimate in leggera diminuzione mentre in Liguria il raccolto dovrebbe essere in linea con le medie degli ultimi anni. Nelle province della Lombardia le attese sono di un lieve aumento produttivo, ma nel Pavese sono ancora da valutare i problemi legati agli attacchi di peronospora dell’anno scorso e gli effetti che potrebbero avere sulle uve. Qualche timore, legato alla siccità, interessa invece i vigneti delle Marche, soprattutto tra Pesaro e Ancona, ma le attese sono di un incremento, con rese tra i 120 e i 180 quintali ad ettaro. Previsioni positive anche in Molise per Trebbiano e Montepulciano così come in Piemonte, soprattutto nelle province di Asti e Alessandria, dove si prevedono ottime rese. In Puglia la situazione è decisamente migliore rispetto allo scorso anno, con un aumento della produzione stimato in un +20% e con la siccità che, al momento, non sembra aver creato particolari problemi alle viti.