L’agricoltura biologica avanza e conquista oltre un quinto delle superfici coltivate in Italia. Un dato molto più alto della media Ue che si ferma poco sopra il 10%, mentre rallenta la produzione di agrofarmaci e resta negativo il saldo della bilancia commerciale. Il nuovo report di Agrofarma Federchimica che esce semestralmente ed è realizzato in collaborazione con Areté, The agri-food intelligence company, la società indipendente di ricerca e analisi specializzata su agricoltura e food, parla di un’ulteriore avanzata delle coltivazioni biologiche nel nostro Paese, con le superfici che hanno raggiunto 2,5 milioni di ettari e rappresentano ormai il 20,4% della superficie agricola utilizzata nazionale nel 2023, un valore significativamente superiore alla media europea dell’11,4%. Le colture biologiche più diffuse in Italia sono foraggere, prati e pascoli, e cereali, mentre le regioni che hanno la quota più elevata di superfici a biologico sono quelle del centro sud: le prime tre sono Toscana e Calabria, col 38% delle superfici coltivate ad agricoltura biologica, la Sicilia col 31%, seguite da Basilicata, Marche, Lazio e Puglia. La prima regione del Nord Italia è il Trentino Alto Adige con una percentuale del 21%. Del resto al sud e nelle isole c’è anche la maggiore concentrazione di aziende agricole biologiche: in Sicilia sono 13mila, in Puglia 10.500, in Calabria 10mila. C’è però una differenza ancora forte nelle rese: nel caso della barbabietola da zucchero si registra una resa complessiva superiore a quella biologica (pari al 56% del totale), seguono il melo, la soia, il frumento tenero, le cui rese bio raggiungono l’80% del totale. Al contrario patata, vite e pero mostrano rese superiori rispetto al totale, come anche l’olivo.
Saldo commerciale negativo per gli agrofarmaci
Per gli agrofarmaci nel 2023 c’è stata una contrazione della produzione del 13% rispetto al 2022, con le vendite di prodotti noti scese a 500 milioni di euro, contro i 578 milioni del 2022: stiamo parlando di insetticidi, erbicidi, fungicidi, disinfettanti, rodenticidi, regolatori di crescita. Nel 2022, considerando anche i prodotti coperti da segreto statistico – di cui non c’è evidenza per il 2023 – la produzione ha raggiunto 1,176 miliardi di euro. Resta leggermente negativo (-50 milioni) anche il saldo commerciale, con l’import del nostro Paese che nel 2024 ha raggiunto 947 milioni e l’export 898. L’unica categoria con saldo commerciale positivo sono gli insetticidi, mentre tutte le altre categorie restano in territorio negativo. La prima categoria per import ed export è invece quella dei fungicidi dove l’import nel 2024 è stato di 283 milioni di euro, mentre l’export 285 milioni. Nel caso degli insetticidi i due dati sono stati rispettivamente 269 milioni e 258, per gli erbicidi 265 e 253 milioni.
Il rallentamento del fatturato dell’agrochimica
Nel settore agrochimico il numero delle imprese si mantiene stabile: nel 2023 Agrofarma Federchimica ha censito 31 realtà che impiegano circa 2mila persone, con una crescita degli investimenti in macchinari del 15% nel periodo tra il 2018 e il 2022. Dopo una crescita ininterrotta tra il 2018 quando il giro d’affari era di 851 milioni di euro e il 2022 quando il giro d’affari ha raggiunto 1,268 milioni di euro, il 2023 ha interrotto il trend di crescita del settore. Aumentano però le collaborazioni sul territorio che sono diventate quasi 1.900 e che interessano una serie di enti per la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni sempre più ottimizzate. Questo dato testimonia come lo sviluppo di un agrofarmaco non si basi esclusivamente sulle professionalità interne all’industria, ma si avvalga anche del contributo di competenze e conoscenze di Università, centri di ricerca, organizzazioni di produttori, centri di saggio, laboratori esterni.
Il mercato di agricoltura 4.0
Parlando di innovazione, l’Osservatorio evidenzia come negli ultimi anni il mercato dell’Agricoltura 4.0 stia acquisendo una sempre maggiore importanza, grazie anche al ruolo crescente dell’Intelligenza Artificiale. Nonostante una piccola contrazione del mercato riscontrata nel 2024, anche a causa della riduzione degli incentivi legati all’acquisto di strumenti 4.0, le soluzioni di agricoltura digitale continuano a convincere chi le utilizza e ne ha già riscontrato i benefici. Se avanza il bio, guardando al mercato agritech del nostro Paese, è passato da un valore di 100 milioni di euro nel 2017 a 2,3 miliardi nel 2024, con un picco nel 2023 di 2,5 miliardi. Il 2024 è stato l’anno della prima contrazione dovuta soprattutto al settore delle macchine agricole, in parte per gli investimenti realizzati negli anni precedenti, in parte per la progressiva riduzione degli incentivi 4.0. Il rallentamento è riconducibile al calo delle tecnologie hardware, anche se le soluzioni per i macchinari connessi e per la telemetria, il monitoraggio e il controllo delle attrezzature agricole, continuano a costituire la maggior parte del mercato. A crescere sono invece le soluzioni sofware come i gestionali aziendali e i sistemi di supporto alle decisioni.
La spesa italiana per soluzioni agritech
La quota di superficie coltivata con soluzioni agritech tra il 2023 e il 2024 è cresciuta dal 9 al 9,5%. L’Italia, se confrontata con l’Europa, ha ancora una spesa bassa per tecnologie innovative: nel 2023 su un totale di 36,6 miliardi di euro spesi nel settore agricolo, solo l’1,1% pari a 405 milioni di euro, in Italia è stato speso per l’agricoltura di precisione. C’è una propensione ancora bassa degli agricoltori italiani all’innovazione tecnologica. Le soluzioni 4.0 trovano impiego soprattutto nelle attività di campo. Il 50% di chi le utilizza lo fa per la difesa e il diserbo, seguite dal monitoraggio delle colture e dalle attività di fertilizzazione. Tra le priorità degli agricoltori c’è sicuramente quella di ridurre le minacce alle colture migliorando l’attività previsionale dell’azienda e con una gestioen aziendale più efficiente. Al terzo posto si colloca l’attività per contrastare malattie, infestanti e parassiti. Certamente c’è una progressiva consapevolezza dell’importanza dei dati, del loro monitoraggio e della loro valutazione.