Storie Web mercoledì, Ottobre 22
Notiziario

Il principe Harry e la moglie Meghan Markle si sono uniti a una gruppo eterogeneo di celebrità che hanno chiesto in una lettera congiunta il divieto della ‘superintelligenza’ artificiale. La lettera è rivolta a giganti tecnologici come Google, Meta e OpenAI ed esorta a vietare lo sviluppo della ‘superintelligenza’ fino a quando non saranno garantiti la sicurezza e il consenso pubblico. “Chiediamo il divieto dello sviluppo della ‘superintelligenza’, che non potrà essere revocato fino a quando non vi sarà un ampio consenso scientifico sulla sua sicurezza e controllabilità e un forte sostegno da parte dell’opinione pubblica“, si legge nella lettera che nel preambolo sottolinea che gli strumenti forniti dall’intelligenza artificiale possono portare salute e prosperità, ma che, parallelamente a tali strumenti, “molte aziende leader nel settore hanno dichiarato l’obiettivo di sviluppare nel prossimo decennio una superintelligenza in grado di superare in modo significativo tutti gli esseri umani in quasi tutte le attività cognitive”. 

Il principe Harry: ”il futuro dell’intelligenza artificiale dovrebbe servire l’umanità, non sostituirla

Ciò – viene spiegato ancora –  “ha sollevato preoccupazioni che vanno dall’obsolescenza economica e dalla perdita di potere degli esseri umani, alla perdita di libertà, libertà civili, dignità e controllo, ai rischi per la sicurezza nazionale e persino alla potenziale estinzione dell’umanità“. Il principe Harry ha aggiunto in una nota personale che ”il futuro dell’intelligenza artificiale dovrebbe servire l’umanità, non sostituirla.

Fra i firmatari figurano eminenti scienziati come, Stuart Russell, pioniere dell’intelligenza artificiale e professore di informatica all’Università della California, Yoshua Bengio e Geoffrey Hinton, vincitori ex aequo del Turing Award, il più importante premio nel campo dell’informatica. Nell’elenco anche il cofondatore di Apple Steve Wozniak, il miliardario britannico Richard Branson; l’ex presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti Mike Mullen, che ha servito sotto le amministrazioni repubblicane e democratiche; e l’esperta di politica estera democratica Susan Rice, che è stata consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Barack Obama. Hanno firmato anche l’ex presidente irlandese Mary Robinson e diversi parlamentari britannici ed europei, così come gli attori Stephen Fry e Joseph Gordon-Levitt e i commentatori conservatori americani Steve Bannon, ex consigliere di Donald Trump, e Glenn Beck.

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