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Notiziario

Il Partito Democratico registra un’evidente scossa interna con l’evento milanese “Crescere”, un’iniziativa che ha visto accorrere numerosi volti noti della componente riformista per “ridare voce” a un’area critica. Esponenti di spicco come Lorenzo Guerini, Pina Picierno, Giorgio Gori, Walter Verini, Filippo Sensi, Sandra Zampa, Simona Malpezzi, Graziano Delrio e Piero Fassino hanno rotto quello che hanno definito un “silenzio colpevole”, manifestando apertamente il proprio disagio nei confronti della linea politica della segretaria Elly Schlein.

I partecipanti all’evento hanno espresso forti riserve verso la corrente maggioritaria “Energia Popolare” di Stefano Bonaccini, ritenuta eccessivamente appiattita sulle posizioni della segretaria. Al centro delle critiche vi sono temi cruciali e “discriminanti non negoziabili” che i riformisti ritengono non sufficientemente chiari, in particolare l’orizzonte strategico dell’Unione Europea, gli investimenti sulla Difesa e la postura inequivocabile di supporto all’Ucraina.

Elly Schlein e Stefano Bonaccini alla manifestazione del PD a piazza del Popolo. Roma 11 novembre 2023 (Ansa)

L’obiettivo dichiarato è duplice: chiedere che la posizione del PD sia chiara su questi punti (“nessuna ambiguità sull’Ucraina”, ha rimarcato Guerini) e affrontare le questioni “problematiche” con i potenziali alleati (Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra) per costruire una “reale e credibile alternativa di governo”. L’allarme è stato lanciato chiaramente da più voci, tra cui quella di Quartapelle e di Fassino: “L’opposizione al Governo Meloni c’è, ma ad oggi non è percepita come una credibile alternativa di governo,” e il rischio, ha tuonato Delrio, “è che rivincano le destre”.

Nonostante la fronda, che Delrio ha promesso non “la finirà qui” annunciando altri due appuntamenti, la segretaria Elly Schlein ha tirato dritto. Pur riconoscendo il merito a Schlein di aver “lavorato per unire le opposizioni”, i riformisti, per voce di Pina Picierno, hanno rilanciato persino la necessità di un confronto più profondo, arrivando a invocare i congressi: “Non abbiamo paura di discutere e di confrontarci su cosa deve essere il partito”. Anche Walter Verini ha espresso preoccupazione che le alleanze “testardamente unitarie, se non fondate su una condivisione reale,” possano risultare un fallimento. L’evento ha ricevuto anche la benedizione a distanza di Romano Prodi, i cui saluti sono stati portati da Sandra Zampa.

Bonelli e Fratoianni

Bonelli e Fratoianni (RaiNews)

Parallelamente alle tensioni interne, Schlein ha rilanciato proprio sull’alleanza, cogliendo l’assist offerto da Giuseppe Conte. “Ho ascoltato ieri Giuseppe Conte dire che serve un programma condiviso,” ha dichiarato la segretaria, sostenendo che, “dal giorno dopo le Regionali, cominciamo a lavorare insieme a costruire il programma della coalizione progressista per l’Italia”. La proposta è stata subito accettata da Riccardo Magi di Più Europa (“anche prima delle Regionali”) e dagli esponenti di AVS, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (“Noi ci siamo”). Conte, che ha vincolato l’alleanza a “un programma di forte impronta progressista”, incassa anche il sostegno interno di Chiara Appendino, l’ex sindaca di Torino che, pur essendosi dimessa da vicepresidente del M5S per contestare l’eccessivo appiattimento sul PD, ha poi rimarcato di aver votato per la riconferma di Conte alla presidenza, perché “finalmente torniamo a marcare le distanze”.

La leader democratica, richiamando tutti alla necessità di convergere sulle prossime sfide imminenti come la Manovra e le Regionali (“sono partite molto importanti”), dovrà ora gestire una corposa fronda interna determinata a farsi ascoltare, mentre il leader pentastellato fa altrettanto con le diverse tensioni interne al Movimento.

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