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Sembravano già miracolosi per i chili di troppo e per il controllo del diabete, ma ora i farmaci a base di agonisti del recettore del Glp-1, come Ozempic, Wegovy e Mounjaro, si candidano a una nuova, inattesa funzione: ridurre di oltre la metà il rischio di morire per cancro al colon. A dirlo è una ricerca condotta alla University of California San Diego (Ucsd), che apre uno scenario sulla possibilità che questi farmaci abbiano anche un effetto protettivo diretto contro il tumore.

Lo studio, pubblicato su Cancer Investigation nel novembre 2025, è stato guidato da Raphael Cuomo, professore associato nel dipartimento di Anestesiologia e membro del Moores Cancer Center della Ucsd. Analizzando le cartelle cliniche di oltre 6.800 pazienti affetti da carcinoma del colon trattati nei centri della University of California Health, il gruppo ha osservato che solo il 15,5% dei pazienti in terapia con Glp-1 è deceduto entro cinque anni, contro il 37,1% di chi non li assumeva.

«L’effetto è stato sorprendentemente robusto – spiega Cuomo -. Anche dopo aver corretto per età, indice di massa corporea, gravità della malattia e altre comorbidità, l’associazione tra uso di Glp-1 e sopravvivenza era evidente. Ora serve capire se si tratta di un effetto diretto sul tumore o di un miglioramento generale dello stato metabolico».

Le incretine, ormoni intestinali che stimolano la secrezione insulinica (Glp-1 e Gip), e le terapie incretino-mimetiche (nate per il diabete di tipo 2) sono diventate il fulcro della terapia farmacologica dell’obesità e delle sue complicanze metaboliche, come ribadito dal recente algoritmo della European Association for the Study of Obesity su Nature Medicine. Gli agonisti del recettore del Glp-1 (glucagon-like peptide-1) agiscono infatti stimolando la secrezione di insulina e riducendo l’appetito, favorendo la perdita di peso. Ma il nuovo studio suggerisce che il loro raggio d’azione potrebbe essere molto più ampio, toccando meccanismi chiave dell’oncologia metabolica.

Il beneficio maggiore, infatti, è stato registrato nei pazienti con obesità grave (Bmi > 35), una popolazione in cui si crea un terreno fertile per la progressione tumorale.

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