Storie Web mercoledì, Luglio 30
Notiziario

Cinquant’anni di consultori in Italia: si celebra oggi l’anniversario della creazione di uno tra i capisaldi pubblici più importanti per la salute della donna e, proprio per questo, tra i presidi sanitari maggiormente presi di mira per il ruolo chiamato a svolgere nella difesa del diritto all’interruzione di gravidanza. 

Correva l’anno 1975 quando, il 29 luglio, venne istituito con la legge 405, in una decade fondamentale per l’emancipazione femminile e cruciale nel portare nell’era moderna la famiglia italiana e i ruoli ad essa incardinati. Nel 1970 un referendum aveva sancito il principio del divorzio. Nel 1980 sarebbe stato il turno del diritto all’aborto. 

Ma nulla deve essere dato per scontato: ad oggi la rete consultoriale è incompleta dato che delle 2.900 strutture previste in Italia ne sono attive poco più di 1.200. Oggi c’è un consultorio ogni 32mila abitanti, invece di uno ogni 20mila come previsto dalla legge. In sintesi mancherebbero circa 1000 unita all’appello: inoltre l’organico multidisciplinare non è coperto in nessuna regione, i locali non sono sufficienti allo svolgimento delle attività previste (ad esempio incontri di gruppo) e non sono quasi mai aperti sia alla mattina che al pomeriggio e al sabato.

Il consultorio familiare attualmente garantisce le cure primarie nell’area della salute sessuale, riproduttiva e psicorelazionale della donna, del singolo, della coppia e della famiglia offrendo percorsi preventivi e diagnostico terapeutici integrati con le strutture nel territorio.

Dal 1977 i consultori hanno iniziato a comprendere gli spazi per gli adolescenti e dal 1998 gli spazi per le donne migranti. Con la legge 194 del 1978 le competenze hanno quindi incluso l’informazione sui diritti sociali sanitari e assistenziali della donna incinta e l’applicazione della legge sulla interruzione volontaria di gravidanza (IVG). Dal 2004, in seguito alla regolamentazione della procreazione assistita, viene aggiunto come scopo anche l’informazione e l’assistenza su problemi con sterilità, infertilità e tecniche di procreazione assistita, nonché informazione su adozione e affido.

Di fatto, i consultori ormai vanno quindi oltre la dimensione prettamente medicale grazie anche ai corsi di educazione sessuale nelle scuole e l’attività sul disagio adolescenziale e familiare

Consultorio (LaPresse)

Cgil: “Accesso libero e sicuro all’Ivg”

“Smantellare i consultori significa demolire luoghi e servizi pubblici per la salute sessuale e riproduttiva, per la prevenzione della violenza di genere, del disagio giovanile e familiare, per l’educazione all’affettività e alla sessualità, per la salute delle donne lungo tutta la vita, per l’accesso libero e sicuro all’Ivg. Non lo permetteremo”. Così la Cgil nazionale e Fp Cgil proprio in occasione del cinquantenario.

“I ripetuti tagli alla sanità pubblica ne hanno ridotto drasticamente il numero e il personale sanitario, sociosanitario e amministrativo che ci lavora”. Nella nota diramata dal sindacato si evidenzia poi come nella maggior parte dei consultori non siano ospitate le professionalità previste. Spiega Cgil: “Occorrono assunzioni mirate in tutte le Regioni di modo da garantire équipe multidisciplinari” rimarcando come non debbano essere presenti gli obiettori di coscienza”.   

Inoltre, prosegue la nota, è necessario che, attraverso i consultori, si permettano “percorsi assistenziali e di presa incarico – anche psicologica – per tutto l’arco della vita, la piena applicazione della Legge 194 e delle linee di indirizzo del ministero della Salute sull’interruzione volontaria di gravidanza, e Percorsi Nascita per tutte le famiglie con neonati/e entro sette giorni dalla nascita e per almeno sei mesi”.

Nei consultori, infine, “va impedita la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti”. 

Fnopo, Federazione nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica: “Rafforzare la presenza ostetrica”

La presidente della Fnopo, Silvia Vaccari, richiama l’attenzione sulla figura dell’ostetrica come professionista chiave nella sanità territoriale: “È una presenza costante in grado di creare una relazione di fiducia. Non solo in ambulatorio, ma anche a domicilio, con interventi di home visiting per l’allattamento, la genitorialità e il riconoscimento di situazioni di disagio come la depressione post-partum“, commenta Vaccari che auspica un rilancio dei consultori.  

È essenziale “rafforzare la presenza ostetrica, valorizzandone il ruolo clinico, educativo e preventivo. Solo così si potrà costruire una sanità pubblica territoriale realmente orientata alla prevenzione e alla prossimità”. 

Smi, Sindacato Medici Italiani: “Oggi loro servizi sono ancora più necessari”

“Occorre rigenerare la loro presenza e la loro funzione socio sanitaria, di prevenzione per la salute su tutto il territorio”, sottolinea in una nota Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale del Sindacato Medici Italiani. “Nonostante le difficoltà, i pochi finanziamenti, rappresentano nel nostro Paese, un punto di riferimento essenziale per la salute e il benessere delle donne in ogni fase della vita e offrono una vasta gamma di servizi, garantendo un’assistenza integrata e di prossimità“, aggiunge Abbaticchio.   

Oggi, “i nuovi bisogni di salute indotti dai cambiamenti demografici e sociali, rendono i consultori familiari servizi ancora più necessari; per queste ragioni occorre una forte azione per difenderli, per potenziarli e garantirli in ogni territorio, superando le profonde diseguaglianze esistenti a livello territoriale”. 

Cnoas, Consiglio nazionale dell’ordine assistenti sociali: “Dalla parte dei diritti”

“Non c’è altro luogo pubblico così cruciale nel presidiare la libertà e la salute delle persone nei momenti di trasformazione o di difficoltà. Per questo non celebriamo una memoria: rilanciamo una battaglia. Perché il consultorio torni ad essere, davvero, il primo luogo in cui lo Stato si fa umano”, afferma la presidente Barbara Rosina. “Il consultorio familiare è ancora il luogo dove si accoglie senza giudicare, si protegge senza sostituirsi, si sostiene senza invadere. Difenderli, rilanciarli, significa scegliere da che parte stare: dalla parte dei diritti, non della solitudine”.

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