Storie Web lunedì, Luglio 8
Notiziario

È un accordo che pone fine a otto mesi di trattative serrate tra il gruppo Hera e le controparti sindacali, chiuse dopo un duro sciopero dei lavoratori e un tour de force durato fino a notte fonda, quello firmato ufficialmente ieri a Bologna e battezzato “Patto per il buon lavoro”. Un contratto che segna uno spartiacque tra un prima e un dopo nelle relazioni industriali – affermano Cgil, Cisl e Uil – e che rappresenta «un nuovo punto di riferimento a livello nazionale capace di coniugare crescita aziendale, sviluppo sostenibile e benessere collettivo», sottolinea Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera, presentando ieri nel quartier generale a Bologna l’intesa tanto ambiziosa quanto pragmatica raggiunta. Un’intesa incardinata su cinque pilastri: salute e sicurezza; filiere integrate e appalti; equità e inclusione; benessere, sviluppo professionale e produttività; sostenibilità e valore condiviso. A renderla pragmatica sono gli obiettivi chiari e quantificati, dalle 2.600 assunzioni in programma da qui al 2027 (di cui 200 internalizzazioni), all’aumento del premio di risultato da 225 euro l’anno, fino ai 60 milioni di euro da spendere in formazione (di cui un terzo sulla sicurezza), oltre a molteplici misure per favorire genitorialità, tempi di vita e di lavoro, crescita personale e professionale.

I sindacati: punto di partenza per una maggior compartecipazione

«Questo patto è un ottimo accordo, ma è un punto di partenza e non di arrivo, dentro c’è molta innovazione, anche delle relazioni industriali, si valorizza la partecipazione dei lavoratori e si coinvolge l’intera filiera tra sicurezza, appalti, contratti, sviluppi e occupazione», commenta Romeo Bregata, della segreteria nazionale Femca-Cisl. «L’accordo è stato approvato all’unanimità dai lavoratori – sottolinea Ilvo Sorrentino della Filctem-Cgil a conferma della bontà delle misure sottoscritte – e l’azienda ha aperto anche a un revisione degli orari di lavoro, oggi a 38,5 ore e che vorremmo portare a 38 ore per tutti; così come sul premio di risultato in tre anni aumentiamo di 675 euro». Aggiunge Fabio Gigli della Uil Trasporti: «Il patto non esaurisce i temi al centro del confronto ma costituisce i presupposti per gestirli in modo efficace nei prossimi mesi. Arriveremo anche a un nuovo protocollo degli appalti (già il precedente accordo firmato in Hera del 2016 era il più avanzato a livello nazionale, ndr). Abbiamo messo nero su bianco che affronteremo insieme il futuro del gruppo con una visione congiunta, perché da soli non si va da nessuna parte».

I punti salienti del Patto

«Con questo accordo prendiamo posizione, come gruppo e come organizzazioni sindacali, verso un futuro inclusivo e sostenibile, di valorizzazione delle persone», sottolinea Alessandro Camilleri, direttore centrale Personale e Organizzazione del gruppo Hera, oltre 10.000 dipendenti totali, un numero in costante aumento dal 2002 a oggi, con oltre il 95% di contratti a tempo indeterminato. Entrando poi nel dettaglio dei cinque pilastri del piano assieme al collega Fabrizio Pancino, responsabile Relazioni industriali di Hera.

Salute e sicurezza. Si parte dai risultati positivi ottenuti dal gruppo (nel 2023 l’indice di frequenza degli infortuni è sceso a 9,66, valore del 39% inferiore alla media delle utilities) per incrementare gli investimenti sia in formazione (20 milioni di euro e oltre 400mila ore dedicate al tema sicurezza) sia in informatizzazione dei processi di gestione del vestiario e dei dispositivi di protezione individuale. E si rafforza il modello di partecipazione dei lavoratori attraverso il Comitato di sicurezza, istituito in epoca Covid e diventano un organismo bilaterale strutturale del gruppo Hera, cui saranno affidati via via nuovi compiti.

Filiere integrate e appalti. Il protocollo del 2016 della multiutility sarà rivisto per rafforzare i rapporti con i fornitori. «Definiremo meglio le clausole sociali; rinforzeremo il sistema di qualificazione e selezione delle imprese affidatarie premiando soprattutto qualità e sicurezza, potenzieremo i controlli e le attività ispettive sia nei cantieri sia nelle sedi dei fornitori», precisano i manager.

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