Storie Web mercoledì, Aprile 16
Notiziario

Harvard non si piega e Donald Trump risponde con tutta la forza e la determinazione ideologica della nuova destra al potere a Washington. Mentre al fianco dell’università del Massachusetts si schierano anche Stanford e l’ex allievo Barack Obama.

Dopo avere congelato oltre 2,2 miliardi di dollari di sovvenzioni pluriennali ad Harvard, il presidente americano ha avanzato la possibilità di togliere all’ateneo anche le esenzioni fiscali garantite agli istituti di istruzione superiore: tra sconti sulle tasse e agevolazioni alle donazioni qualcosa come almeno mezzo milione di dollari all’anno, ma soprattutto un simbolo di indipendenza.

«Forse Harvard – ha scritto Trump su Truth Social – dovrebbe perdere il suo status di esenzione fiscale ed essere tassata come un’entità politica se continua a promuovere “malattie” ispirate/sostenute da motivazioni politiche, ideologiche e terroristiche?». Il presidente accusa l’Università di Harvard, come altri atenei americani, di non avere fermato le manifestazioni a favore del popolo palestinese degli ultimi due anni, favorendo così l’antisemitismo. Ma le proteste contro Israele sembrano un pretesto, nella sua battaglia la Casa Bianca ha preso di mira la cultura cosiddetta di sinistra, i progressisti che guidano le università e le politiche di diversità, equità e inclusione che guidano anche le assunzione e le ammissioni degli studenti. «Ricorda, lo status di esenzione fiscale è totalmente subordinato all’agire nell’INTERESSE PUBBLICO!», ha scritto ancora il tycoon sui social.

Harvard ha scatenato l’attacco frontale della Casa Bianca, chiarendo che si sarebbe opposta alle richieste di modificare la struttura di governance respingendo le preoccupazioni relative all’antisemitismo nei campus. Aveva inoltre accusato il governo «di avere oltrepassato i limiti della propria autorità». Mentre gli avvocati ai quali si è affidata (considerati tra l’altro molto vicini a Trump) avevano spiegato che «Harvard ha apportato e continuerà ad apportare cambiamenti strutturali, politici e programmatici duraturi e solidi per garantire che l’università sia un ambiente di apprendimento accogliente e di supporto».

Sotto la minaccia del taglio dei fondi, altri atenei – dalla Columbia University, alla Northwestern, dalla Cornell University a Princeton – si sono in qualche modo piegati alle volontà del governo, ma il presidente di Harvard, Alan Garber, in una lettera alla comunità universitaria ha tracciato una linea di contrasto al governo: «La nostra università – ha spiegato – non rinuncerà alla propria indipendenza né rinuncerà ai propri diritti costituzionali».

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