Il rapporto fra arte e potere nella Roma dell’epoca, attraverso la lente del sodalizio fra Guercino e la dinastia bolognese dei Ludovisi, a cavallo del pontificato di Papa Gregorio XV, al secolo Alessandro Ludovisi. Le Scuderie del Quirinale ospitano fino al 26 gennaio 2025 “Guercino. L’era Ludovisi a Roma”, una mostra organizzata in collaborazione con il Museo nazionale romano, le Gallerie degli Uffizi e i Musei Capitolini.
In mostra 122 capolavori provenienti da 68 musei
Dipinti, sculture, disegni, stampe, 122 capolavori provenienti da 68 musei nazionali e internazionali distribuiti in dieci sale raccontano gli splendori del pontificato Ludovisi attraverso le opere di Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo di Guercino, e di maestri assoluti come Annibale e Ludovico Carracci, Guido Reni, Domenichino, Bernini, Pietro da Cortona.
Volpi: una Roma teatro del mondo globale
«È una mostra – sottolinea la curatrice Caterina Volpi – che contiene diverse mostre, intrecciando dei percorsi che sono quelli di Guercino, del suo Papa, del cardinal nepote e di tutti gli artisti e i personaggi che si aggirano nella Roma degli anni venti. Una Roma veramente teatro del mondo globale, in cui arrivano tutti cardinali, principi, diplomatici, pittori, scultori e tutti si ritrovano dentro le stanze del cardinal Ludovisi, del Papa e del suo nipote».
Un viaggio nell’arte e nello splendore dei Ludovisi
Un viaggio nell’arte e nello splendore della Roma dei Ludovisi nel breve papato di Gregorio XV, dal 1621 al 1623, una parentesi tra le grandi dinastie dei Borghese e dei Barberini, importante per la storia dell’arte romana. Una lente puntata sul suo rapporto privilegiato con Guercino.
Morselli: un trionfo del colore e della forma
«È una mostra epocale – spiega la curatrice Raffaella Morselli – che raccoglie non solo capolavori, ma si intrecciano quadri, sculture e disegni, sculture antiche e moderne. Ed è un grande trionfo del colore, è un trionfo della forma, è un trionfo anche di un clima culturale che per due anni segnò profondamente le storie e le vicende della Roma di quegli anni, ma anche dell’Europa e di un’apertura verso il mondo che fu segnata dalle dalla volontà del Papa Di Gregorio XV. È una mostra in cui Guercino intreccia la sua storia con quella del Papa e del cardinal Nepote e con quella di tanti altri pittori che già a Rom abitavano anche suoi connazionali, anche di Bologna, anche più forse più famosi di lui in questo momento. Ma a Guercino, in punta di piedi, si adatta a questo clima culturale così effervescente. Non che lui non ne avesse contezza, perché 100 era una città molto vivace, ma si ritrova catapultato in una dimensione molto più competitiva e anche più affascinante, che segnerà profondamente la sua storia».