Storie Web giovedì, Ottobre 16
Notiziario

L’intera industria dell’ospitalità boccia in modo compatto l’aumento dell’imposta di soggiorno. «Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso, ma le avvisaglie sul contenuto della legge di bilancio sembrano andare in direzione completamente opposta» si legge in una nota congiunta firmata da Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi che commenta la decisione di prorogare per il 2026 delle misure incrementali sulla tassa di soggiorno.

«Rinnovare l’incremento di 2 euro, che avrebbe dovuto riguardare solo l’anno giubilare, equivale a un aumento dell’imposta compreso tra il 20% (da 10 euro a 12) e il 40% (da 5 a 7) – rimarcano le associazioni che criticano l’ipotesi di una “tassa di soggiorno olimpica” per tutte le località in cui si svolgeranno le gare degli atleti olimpici e paraolimpici. Indiscrezioni parlano di una imposta di 12 euro al giorno contro gli attuali 5 euro. Un aumento del 140%. «Sono valori stellari, che si commentano da soli. Uno svarione che confidiamo venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della manovra» segnala la nota. Così le organizzazioni maggiormente rappresentative delle imprese turistico ricettive ricordano che l’imposta di soggiorno è una tassa di scopo e «chiedono al Governo di non inasprire la pressione fiscale e ribadiscono la necessità di assicurare che una parte del gettito venga destinata alla riqualificazione delle imprese turistica, in ossequio a quanto previsto dalla legge vigente, che purtroppo viene disapplicata dai comuni, e di contenere gli oneri amministrativi ed economici che gravano sulle imprese turistiche incaricate della riscossione dell’imposta».

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