Il risultato dell’autopsia sul corpo di Giovanbattista Austoni conferma l’ipotesi investigativa del tragico incidente. Nessuna aggressione: il 52enne, che soffriva di problemi di circolazione, è caduto sulla bottiglia di vetro che portava con sé.
Nessuna aggressione, nessun coinvolgimento da parte di terze persone. Il risultato dell’autopsia sul corpo di Giovanbattista Austoni conferma così l’ipotesi investigativa della prima ora, ovvero quella del tragico incidente. A procurare un taglio poi rivelatosi mortale sulla gamba del 52enne, figlio di un noto primario che la sera del 16 novembre scorso è morto dissanguato nel suo appartamento in via Ameglio a Milano, è stata solo una brutta e sfortunata caduta.
L’uomo, che quella sera era uscito dall’appartamento che condivideva con la compagna per comprare una birra, sarebbe accidentalmente caduto sulla bottiglia che aveva con sé. I cocci di vetro, taglienti come lame, avrebbero quindi reciso la grande vena safena che scorre dal piede all’inguine e che il 52enne, in pantaloncini corti e quindi con le gambe nude, aveva molto sporgente proprio sotto il ginocchio per via di una varice.
Un taglio di un centimetro che ha provocato una forte emorragia, impossibile da tamponare con vestiti e coperte come ha tentato di fare Austoni una volta tornato a casa, quando senza dare spiegazioni ha chiesto alla compagna di chiamare i soccorsi. Troppo tardi: l’uomo, che a causa dei suoi problemi di circolazione assumeva anche farmaci anticoagulanti, in pochissimi minuti è morto dissanguato sul divano di via Ameglio.