Storie Web giovedì, Novembre 14
Notiziario

A raccontare l’accaduto il direttore Gian Marco Chiocci in commissione Segre al Senato: “Gli è stato sequestrato il telefono, è stato spintonato. Ha vissuto momenti di grande terrore e alla fine gli è stato chiesto, mentre era filmato da questi signori, di urlare ‘free Palestine‘”. Solidarietà di Fratelli d’Italia e FNSI.

“Circondato e aggredito da personaggi filopalestinesi“. È quanto successo a Marco Bariletti, giornalista del Tg1 inviato ad Amsterdam. A raccontarlo è stato il direttore della testata, Gian Marco Chiocci, nel corso di un’audizione in commissione Segre al Senato. Dalle parole del direttore Chiocci emerge che “gli è stato sequestrato il telefono, è stato spintonato. Ha vissuto momenti di grande terrore e alla fine gli è stato chiesto, mentre era filmato da questi signori, di urlare ‘free Palestine‘”.

Al racconto di Chiocci si aggiunge una ricostruzione del servizio realizzato da Bariletti dalla capitale dei Paesi Bassi, che continua a vivere momenti difficili a soli cinque giorni di distanza dalle violenze in relazione alla presenza dei tifosi della squadra israeliana del Maccabi di Tel Aviv.

Immediata la solidarietà della Federazione nazionale della Stampa italiana “Contro ogni violenza nei confronti dei giornalisti”. Nel pomeriggio è arrivata anche la solidarietà di Fratelli d’Italia in commissione di Vigilanza Rai: “Un episodio preoccupante indice di un clima che dai drammatici eventi del 7 ottobre sta diventando sempre più cupo e preoccupante – si legge in una nota -. Siamo vicini a tutta la redazione del Tg1, a cui va il ringraziamento per il quotidiano impegno nel garantire il diritto di cronaca e quello di informazione”.

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Nel servizio realizzato da Bariletti si vedono alcune immagini raccolte la sera dell’11 novembre che documentano scene di guerriglia urbana per le strade di Amsterdam, petardi esplosi che secondo il giornalista sarebbero appunto segnale di scontri imminenti e cariche della polizia nei confronti di diversi gruppi di manifestanti. È lo stesso giornalista poi a sottolineare che i manifestanti avrebbero intimato la troupe di giornalisti a cancellare le immagini riprese con telecamere e cellulari.

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