Storie Web lunedì, Ottobre 20
Notiziario

La partita per le risorse per la difesa si gioca in un binario parallelo a quello della legge di bilancio. Un binario che riguarda Bruxelles, e in particolare la Commissione europea. L’Italia, ha chiarito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa al termine del Cdm che venerdì 17 ottobre ha dato il via libera alla manovra 2026, finanzia le spese per la difesa mettendo mano a due “salvadanai”.

I 12 miliardi di spese per la difesa, ha affermato il responsabile del Mef, «potranno essere finanziati o col BTp o col Safe, che è molto parente del Pnrr, con prestiti a lungo termine che devono essere restituiti. Riteniamo e stiamo lavorando e abbiamo spinto i nostri giganti nazionali della difesa, Leonardo e Fincantieri, a cercare interlocuzioni con soggetti europei per progetti che possano aderire al piano Safe».

Che cosa è il Safe

Il Safe è lo strumento finanziario dell’Unione Europea destinato a sostenere gli Stati membri che desiderano investire nella produzione industriale nel settore della difesa mediante appalti comuni. Si tratta di un budget fino a 150 miliardi di euro che saranno erogati agli Stati membri interessati su richiesta e sulla base di piani nazionali. L’Italia ha già alzato la mano per accedere a quelle risorse: riceverà 14,9 miliardi di euro. Entro il 30 novembre il governo dovrà inviare alla Commissione europea la richiesta formale, insieme a un piano dettagliato dei progetti che vorrebbe finanziare con questi soldi. Dal punto di vista della maggioranza, la possibilità di ricorrere alle risorse del fondo europeo consente di destinare quelle a disposizione a settori che coinvolgono più direttamente i cittadini, dalla scuola alla sanità, al lavoro.

Le indicazioni del Dpb

Nel Documento programmatico di bilancio 2026, che il Governo ha inviato alla Commissione europea e al parlamento italiano, viene infatti ricordato che «riguardo alla spesa in difesa, come chiarito nel DPFP (Documento programmatico di finanza pubblica, ndr), il 29 luglio l’Italia ha già espresso l’interesse a fare ricorso allo strumento finanziario europeo SAFE (Security Action For Europe), per un ammontare pari a circa 15 miliardi. L’impegno a incrementare, in coerenza con quanto concordato a livello internazionale, il livello della spesa per la difesa e la sicurezza nazionale così come indicato nel DPFP, per un ammontare massimo pari allo 0,5 per cento del Pil nel 2028 (parliamo, appunto, di 12 miliardi), è stato confermato dalle risoluzioni con le quali il Parlamento ha approvato il Documento. Tale aumento – si legge ancora nel documento – garantirebbe il rispetto degli impegni assunti in ambito internazionale e sarebbe compatibile con il mantenimento del rapporto deficit/Pil al di sotto della soglia del 3 per cento lungo tutto l’orizzonte considerato. La valutazione sulla richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia nazionale è rimandata a una fase successiva, tenuto anche conto dell’obiettivo di uscire dalla Procedura per Disavanzi Eccessivi».

Risorse europee prestiti a lungo termine (da rimborsare)

Va ricordato che le risorse che arrivano alla Commissione europea, tramite il canale Safe, sono prestiti a lungo termine che, se è vero che sono a tasso agevolato, è altrettanto vero che dovranno essere rimborsati dagli Stati membri beneficiari.

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