Storie Web venerdì, Maggio 17
Notiziario

Il Parlamento della Georgia ha cancellato i suoi lavori dopo un tentativo di irruzione di manifestanti filoeuropei che protestavano contro il disegno di legge sulle influenze straniere, in discussione presso l’assemblea legislativa; una legge pensata sul modello di un analogo provvedimento adottato in Russia. È la stessa assemblea a riferirlo in un comunicato, citato dall’agenzia russa Tass, dopo che ieri sera, durante vari scontri davanti al Parlamento di Tblisi, vi erano stati otto feriti.

Erano decine di migliaia le persone che, nella serata del 1° maggio, hanno manifestato in piazza e per le strade della capitale caucasica, sventolando bandiere georgiane e dell’Unione Europea. Sono stati assaltati i cancelli del Parlamento, la polizia ha sparato fumogeni e usato cannoni ad acqua per disperdere la folla.

La protesta, che ormai va avanti da quasi un mese, è scoppiata dopo il tentativo dell’assemblea legislativa del Paese di far passare il controverso disegno di legge, ribattezzato “legge russa”, che secondo Bruxelles danneggerebbe le aspirazioni europee di lunga data di Tbilisi. 

La legge ha superato la seconda lettura in Parlamento, con 83 voti a favorevoli e 23 contrari. Il voto in terza lettura è previsto tra due settimane. Il Paese è scosso da manifestazioni antigovernative di massa dopo che il partito al governo, Sogno georgiano, ha reintrodotto i piani per l’approvazione della legge. Il provvedimento, secondo i critici, assomiglia alla repressiva legislazione russa utilizzata per mettere a tacere il dissenso e prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 percento dei fondi dall’estero abbiano l’obbligo di registrarsi come entità che “perseguono interessi di una potenza straniera”.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha condannato la violenza e ha esortato la Georgia a rimanere sulla strada dell’Europa. “Sto seguendo la situazione in Georgia con grande preoccupazione e condanno la violenza nelle strade di Tbilisi” ha scritto su X.

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