I prezzi lievitano e le porzioni si riducono. I rincari non risparmiano neppure l’alimento che caratterizza l’estate. Ossia il gelato. Che si ricco e goloso o, molto più semplicemente, rinfrescante e, talvolta, consolatorio, non fa differenza. Perché con il caldo e la stagione estiva cresce il consumo. Ma cresce anche il prezzo.
Lo studio di Federconsumatori
A raccontarlo è uno studio effettuato dalla Federconsumatori, l’associazione che si occupa della difesa dei diritti dei consumatori. «I consumi di questo bene non conoscono flessioni, proprio perché i cittadini lo associano alla sensazione di gioia e al concetto di vacanza. Ma i prezzi, invece, registrano dei veri e propri record – sottolineano dall’associazione -. Solo nell’ultimo anno, mediamente, il gelato è aumentato del +9%. A crescere di più il costo del gelato confezionato (a stecca) e del gelato in vaschetta, rispettivamente aumentato del +24% e del +23%». Non è comunque tutto, perché se il confronto si estende agli ultimi anni, si ha la conferma di quanto sia cresciuto il costo. «Rispetto al 2021 mediamente i costi sono aumentati del +42% – argomentano dalla Federconsumatori -, ma rispetto al 2002 sono aumentati del +138%».
Il cono da 1,5 a 2,9 euro
Giusto qualche esempio: un cono piccolo che nel 2002 costava 1,5 euro, oggi ne costa 2,9. E nel crescendo ci sono gli altri. Un cono medio è passato da 2,5 euro del 2002 a 3,95 di oggi. Rincari anche per i gelati confezionati. Si è passati dai 0,90 centesimi del confezionato a stecca del 2002 a 2,8 euro di oggi. Il costo del cono confezionato è più che raddoppiato: da 1,2 a 2,5 euro. Stesso discorso per quelli in vaschetta: dai 2,49 del 2002 ai 7,98 di oggi.
Tutto è legato ai rincari
Quanto alle cause, alla Federconsumatori non hanno dubbi: «Latte, zucchero e cacao, hanno subito aumenti di prezzo, a cui si aggiunge anche il caro-energia registrato negli ultimi anni, ma questi andamenti non sono sufficienti a spiegare incrementi di questa portata».
Le porzioni si riducono
C’è poi un altro aspetto che viene messo in evidenza dallo studio svolto dall’associazione che si occupa della tutela dei diritti dei consumatori. «Se nelle gelaterie artigianali i coni si fanno sempre più grandi e particolari, da quelli al cacao, a quelli mandorlati, a quelli nella versione priva di glutine – argomentano -, e quindi anche più cari, i gelati confezionati, coni e a stecca, sono sempre più piccoli: quelli a stecca si sono “rimpiccioliti” del -15% rispetto al 2002. Sempre più piccole, inoltre, le versioni gourmet».