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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente



7 Gennaio 2025



08:58

Il piccolo Yousef Ahmad Kalloub aveva 35 giorni. Stando a quanto riferiscono i media palestinesi si trovava nella zona centrale di Gaza quando è morto di ipotermia.

Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare, ha denunciato che un suo convoglio è stato colpito il 5 gennaio da spari esplosi dalle forze israeliane nei pressi del checkpoint Wadi Gaza. “Assolutamente inaccettabile: un convoglio del Wfp, chiaramente contrassegnato e con a bordo 8 membri del team, è stato colpito dalle forze israeliane nei pressi di Wadi Gaza, nonostante le autorizzazioni precedenti. Gli operatori umanitari non sono un obiettivo”, ha scritto su X Cindy McCain, direttrice dell’agenzia Onu. Nessun membro dello staff è rimasto ferito.

Stando a quanto rivela il World Food Programme il convoglio preso di mira dai militari dell’IDF era composto da tre veicoli e trasportava in tutto otto membri dello staff. Almeno 16 proiettili hanno colpito i mezzi. “Questo evento inaccettabile è solo l’ultimo esempio del complesso e pericoloso ambiente di lavoro in cui operano oggi il Wfp e altre agenzie. Le condizioni di sicurezza a Gaza devono migliorare urgentemente affinché l’assistenza umanitaria salvavita possa continuare. Il WFP esorta tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, a proteggere le vite dei civili e a consentire un passaggio sicuro degli aiuti umanitari”.

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite è la più grande organizzazione umanitaria al mondo: è impegnata a salvare vite umane in contesti di emergenza e a utilizzare l’assistenza alimentare per costruire un percorso verso la pace, la stabilità e la prosperità per le persone che si stanno riprendendo da conflitti, disastri e dall’impatto dei cambiamenti climatici.

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Un altro bambino di un mese morto di freddo a Gaza

Intanto un’altra agenzia dell’Onu – quella per gli affari umanitari – ha riportato la notizia della morte a Gaza di un altro bambino di un mese a causa dell’ipotermia in una zona assediata dall’esercito israeliano. “Questo è l’ottavo bambino morto per il freddo in meno di tre settimane – ha spiegato un portavoce delle Nazioni Unite – e queste morti si potevano evitare, fornendo alle famiglie materiale per proteggere i bambini”.

Il piccolo Yousef Ahmad Kalloub aveva 35 giorni. Stando a quanto riferiscono i media palestinesi si trovava nella zona centrale di Gaza. L’ottava piccola vittima si aggiunge agli oltre 45.800 morti, in maggioranza donne e bambini, uccise dai soldati israeliani dal 7 ottobre del 2023. L’ondata di freddo e maltempo ha peggiorato in modo drammatico la situazione nella Striscia per centinaia di migliaia di profughi palestinesi, molti dei quali vivono in accampamenti.

Oltre al freddo, a mettere a rischio la vita dei neonati è la mancanza di cibo che non permette alle madri di allattare i figli. Il caso simbolo è stato quello di Aisha al-Qassas, nata il 28 novembre in piena guerra, e portata all’ospedale di Khan Younis il 19 dicembre per un controllo, visto che appariva denutrita e molto debole. Poche ore dopo, con l’abbassamento repentino della temperatura, Aisha, il cui nome significa “vita”, è morta. I genitori hanno raccontato di averla vista diventare un “pezzo di ghiaccio”.

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