Secondo i media di Gaza, 11 persone sarebbero rimaste uccise e oltre 70 ferite da fuoco israeliano mentre attendevano la distribuzione di aiuti nella zona del corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia. Non è chiaro se l’episodio sia avvenuto all’interno o nei pressi di un centro di distribuzione gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation, che opera nella zona.
Al momento non sono stati diffusi filmati dall’area, e l’Idf non ha rilasciato commenti sull’accaduto. I centri di distribuzione della GHf, sostenuti da Israele e Stati Uniti, sono spesso teatro di incidenti mortali.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, questa mattina almeno 34 persone sono state uccise e decine ferite durante i bombardamenti dell’Idf in diverse zone della Striscia di Gaza. Il corrispondente della Wafa ha riferito che tra le vittime, 11 palestinesi sono stati uccisi e decine di richiedenti aiuti sono rimasti feriti nei pressi di Wadi Gaza, nella Striscia di Gaza centrale. Massicci bombardamenti hanno colpito a est di Gaza City e a Jabalia, nel nord della Striscia.
La situazione umanitaria, nella regione sottoposta agli attacchi dell’esercito israeliano, è sempre più critica. Il prezzo dell’acqua potabile alle stelle e il blocco del carburante stanno portando al completo collasso del sistema idrico di Gaza, in un momento in cui il caldo si fa estremo. Lo denuncia l’ong ActionAid, secondo cui l’acqua nella Striscia è ormai quasi esaurita. Il prezzo dell’acqua potabile è del 400% più alto rispetto ai livelli pre-guerra, arriva oggi fino a 38 dollari per mille litri di acqua pulita.
Il responsabile della risposta alle emergenze di ActionAid a Gaza, Alaa, ha detto: «Con l’aumento delle temperature aumenta anche il rischio di disidratazione, epidemie e malnutrizione infantile. Le sorgenti di acqua contaminata e i sistemi fognari difettosi aumentano ulteriormente le minacce alla salute e alla sopravvivenza».