Aziende gasivore sempre più preoccupate per l’andamento dei prezzi del gas: «Lo spread tra i valori della materia prima al Ttf di Amsterdam, mercato di riferimento del Nord Europa, e il Psv (punto di scambio virtuale) in Italia ha raggiunto i 4 euro, il doppio rispetto alla recente media che si attestava sui 2 euro», ha spiegato Aldo Chiarini presidente di Gas Intensive, consorzio che rappresenta le maggiori industrie gasivore, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione: «La situazione si è aggravata soprattutto in termini di perdita di competitività delle nostre imprese con le altre europee. Ed è paradossale: il gas arriva ormai in Italia non più dal Nord, ma da altre rotte, soprattutto dal Sud. Tuttavia, quello del Ttf continua a essere il prezzo marginale che poi crea quello del Psv». Le aziende chiedono soluzioni urgenti, soprattutto di fronte alle nuove tensioni geopolitiche e commerciali innescate dai dazi dell’amministrazione Trump: «Facciamo qualcosa e facciamola presto. Da anni parliamo di Gas Release e non è ancora successo niente. Più si aspetta e più è peggio».
Già lo scorso febbraio l’associazione aveva lanciato una proposta integrativa rispetto allo strumento pensato per fornire materia prima a prezzi calmierati ai settori industriali più energivori a fronte di un aumento della produzione nazionale: «Da una parte con l’introduzione di una componente parafiscale per annullare lo spread, dall’altra con l’impegno, da parte di chi beneficia di gas a condizioni favorevoli, di sviluppare contratti a lungo termine di biometano», ha ricordato Chiarini.
Su questo tema i numeri sono promettenti, come ha confermato il presidente del Gse Paolo Arrigoni intervenuto all’assemblea: «Con gli incentivi che abbiamo gestito legati ai dm dedicati al biometano del 2018 e del 2022, con quest’ultimo che ha messo a disposizione 1,73 miliardi di euro da Pnrr, arriviamo oggi a una capacità produttiva potenziale di 3,1 miliardi di metri cubi annui. Il Pniec ha l’obiettivo 2030 di arrivare a 5 miliardi di metri cubi di biometano: siamo a oltre i due terzi del target». La graduatoria dell’ultima asta, la quinta, per gli incentivi Pnrr viene pubblicata il 17 aprile: «Saranno 300 impianti», ha anticipato Arrigoni, il numero più alto visto finora nelle varie procedure competitive. Un successo della misura che impone una copertura finanziaria aggiuntiva e misure di sostegno da pianificare anche dopo il 30 giugno 2026, alla scadenza del Pnrr: «Su questo ci sono rassicurazione da parte del ministero dell’Ambiente», ha indicato il presidente del Gse che invita nel frattempo le aziende gasivore a valutare le potenzialità dell’autoconsumo fisico e virtuale.
Anche Marco Ravazzolo, Direttore Politiche per l’Ambiente, l’Energia e la Mobilità di Confindustriam ha ricordato le proposte fatte per risolvere il problema dei prezzi del gas per la manifattura energivora, carta, ceramica, vetro in primis, sovrapponibili a quelle già illustrate da Gas Intensive, con l’introduzione di un meccanismo in grado di eliminare spread tra Ttf e Psv e uno strumento di sollievo immediato per l’industria che prevede la cessione attraverso contratti di differenza di durata triennale a settori gasivori uno sconto su prezzo del gas con impegno a contrattualizzare gli impianti di produzione da biometano: «Una misura che punta a rendere più competitiva parte dei consumi dei gasivori in questo momento e a dare spinta alla loro decarbonizzazione». «Purtroppo nel decreto bollette questi mendamenti sono stati dichiarati inammissibili. Speriamo che possa presto con urgenza arrivare un provvedimento in grado di includere e approvare queste proposte», ha concluso Ravazzolo.
Federico Boschi, capo del dipartimento Energia del ministero dell’Ambiente, ha ricordato il servizio di liquidità legato agli stoccaggi a beneficio dei consumatori e non ha escluso altre azioni: «Non sarei pessimista sulla Gas Release. È chiaro che i volumi che caratterizzeranno questa misura non saranno elevatissimi. Il tema della produzione nell’Alto Adriatico rimane sensibile almeno nel futuro prossimo. Stiamo valutando varie misure tra cui quelle enunciate in analogia con l’Energy Release di anticipazione dei benefici per le imprese in cambio di impegno a decarbonizzare. Dovranno riceveranno consenso dalla Commissione, e sembra che ci possa essere apertura in questo senso».