Sono lontani, molto lontani gli anni 70 quando gli italiani identificavano la birra Peroni con una affascinante bionda dello spot tv. Chi ha una certa età non può non ricordarlo. Anche se poi la campagna pubblicitaria ideata da Armando Testa con lo spot che giocava sul «sarò la tua birra sarò la tua bionda…» fu aspramente contestata dalle femministe.
Oggi Peroni è una azienda tutta diversa. Lontana mille miglia da quello stereotipo. Ha conquistato da poco la certificazione della parità di genere (prima azienda nel settore birra), ha più del 30% di dirigenti donne e punta ad arrivare entro il 2030 al 50 per cento. Ma soprattutto ha avviato una serie di iniziative per favorire il benessere aziendale e la parità come i 22 giorni di congedo paternità, l’80% di lavoro da remoto per i neogenitori fino a 3 anni dei figli e molto altro ancora. «Questa strategia è diventata prioritaria per il gruppo, non è una moda ma è condizione essenziale per la nostra crescita» spiega Enrico Galasso dal 2019 alla guida di Peroni. «Abbiamo capito che l’inclusività è un fattore di successo per noi. E tra tutte le forme di inclusione che perseguiamo come quella tra generazioni, tra estrazione sociale, tra area geografica di provenienza, quella più strategica e importante è quella sulla parità di genere», prosegue Galasso.
Peroni (gruppo Asahi) ha circa mille dipendenti, produce 6,7 milioni di ettolitri di birra nei suoi stabilimenti di Roma, Bari e Padova e ne esporta il 40% specie in Gran Bretagna e in Europa. «Siamo un simbolo del made in Italy in tutto il mondo. Vogliamo diventare anche un simbolo di impegno per la parità di genere nel mondo. A partire dal 2025, l’azienda metterà a disposizione il suo brand di punta, Peroni, per continuare a promuovere il tema presso il grande pubblico e in parallelo avvierà una serie di attività a supporto». È il caso ad esempio dell’impegno nel progetto STEMtoBEer, nato in collaborazione con l’ente non profit di formazione Elis, rivolto alle studentesse e agli studenti delle classi IV e V di Istituti tecnici con indirizzo di Studi Agraria, Chimica Materiali e Biotecnologie, Meccanica Meccatronica. Il programma, partito in sei istituti di Bari, Roma e Padova ha coinvolto nel suo primo anno più di 250 ragazze e ragazzi con il duplice obiettivo di orientamento e superamento degli stereotipi di genere ancora molto presenti in queste professioni.
Per quanto riguarda lo sviluppo del business vero e proprio, Peroni in questi anni ha scommesso con successo sul rilancio del marchio Nastro Azzurro, sul lancio della versione zero alcol con la partnership con Ferrari in Formula 1 e al lancio di Kozel e di Raffo, l’ultima acquisizione che registra i margini di crescita più elevati nell’ultimo anno. Circa 40 milioni di euro di investimenti sono stati destinati al rinnovo dell’area produttiva per una crescita del fatturato che dal 2021 è in doppia cifra percentuale ogni anno.
La centralità dell’inclusività è anche una mossa per conquistare il target femminile? «Non direi – risponde Galasso –. Al contrario di quanto si pensi non c’è un grande divario tra consumatori di birra uomini e donne. Certamente però lo sforzo della nostra azienda non sarà rivolto solo all’interno ma sempre più verso l’esterno a una sensibilizzazione diffusa sul tema parità di genere».