Storie Web venerdì, Novembre 22
Notiziario

Le 22 pagine della dichiarazione finale, adottata dai leader del G20, dopo una difficile mediazione tra le diplomazie, vede sancire in primo luogo i risultati della presidenza brasiliana come “l’alleanza globale contro la fame e la povertà, la Task Force su una mobilitazione globale contro i cambiamenti climatici e l’invito all’azione sulla riforma della governance globale”. Più in generale i leader “hanno ribadito il loro impegno a costruire un mondo giusto e un pianeta sostenibile, dando priorità alla lotta contro le disuguaglianze in tutte le loro dimensioni, senza lasciare indietro nessuno”. 

All’insegna della ‘realpolitik’, le conclusioni sui principali scenari di guerra aprono a una pace in Ucraina: “Accogliamo con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura – si legge nel testo – sostenendo tutti gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite per la promozione di relazioni pacifiche, amichevoli e di buon vicinato tra le nazioni”. Quanto al Medio Oriente i Grandi affermano “il diritto palestinese all’autodeterminazione, ribadiamo il nostro incrollabile impegno verso la visione della soluzione a due Stati, in cui Israele e uno Stato palestinese vivano fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite. Uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a Gaza, in linea con la Risoluzione n. 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, per consentire ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della Linea Blu”.

“Ringraziamo il Brasile per la leadership di quest’anno e attendiamo con ansia di lavorare insieme nel 2025 sotto la presidenza del Sudafrica e di incontrarci nuovamente negli Stati Uniti nel 2026”, conclude la dichiarazione.

Emergenza climatica, il tema trattato dal G20 a Rio nella dichiarazione finale deve arrivare ad un compromesso (Getty)

Il compromesso sul clima

Per i leader del G20 manca un impegno stringente sulle risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. Nel testo si riconosce genericamente “la necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo”. E i capi di Stato e di governo riaffermano inoltre “che quest’ultimi devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse emissioni di carbonio”, con l’impegno a “facilitare i finanziamenti a basso costo per loro”. D’altra parte, la Cop29 di Baku deve stabilire un nuovo obiettivo per l’ammontare dei finanziamenti che i paesi sviluppati, le banche multilaterali e il settore privato dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo. Secondo i Paesi occidentali, e più in particolare l’Europa, un obiettivo ambizioso può essere concordato solo se si amplia la base dei contribuenti includendo alcuni dei paesi in via di sviluppo più ricchi, come la Cina e i produttori di petrolio del Medio Oriente.

La guerra in Ucraina

Nella dichiarazione si afferma che “per quanto riguarda specificamente la guerra in Ucraina, ricordando le nostre discussioni a Nuova Delhi, sottolineiamo la sofferenza umana e gli impatti negativi aggiunti della guerra per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale, le catene di approvvigionamento, la stabilità macrofinanziaria, l’inflazione e la crescita. Accogliamo con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura – si legge nel testo – sostenendo tutti gli scopi e i principi della carta delle Nazioni Unite per la promozione di relazioni pacifiche, amichevoli e di buon vicinato tra le nazioni”.  

Palestinesi sfollati in fuga da Beit Lahia, Striscia di Gaza settentrionale, camminano sulla strada principale Salah al-Din. La crisi Mediorientale all'interno della dichiarazione finale. Conferma risoluzione Onu e due popoli e due Stati. Sull'Ucraina si esprime la volontà di apprezzare e sollecitare ogni azione volta alcessate il fuoco e alla fine della guerra

Palestinesi sfollati in fuga da Beit Lahia, Striscia di Gaza settentrionale, camminano sulla strada principale Salah al-Din. La crisi Mediorientale all’interno della dichiarazione finale. Conferma risoluzione Onu e due popoli e due Stati. Sull’Ucraina si esprime la volontà di apprezzare e sollecitare ogni azione volta alcessate il fuoco e alla fine della guerra (Afp)

Per Gaza e Medio Oriente, il cessate il fuoco e la formula “due popoli, due Stati”

Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda “la striscia di Gaza e per l’escalation in Libano”, i leader del G20 si dicono “uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a Gaza, in linea con la risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, che consenta ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della linea blu”. Inoltre, nel testo si afferma “il diritto palestinese all’autodeterminazione” e si ribadisce “l’incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due Stati, in cui Israele e uno stato palestinese vivano fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”. 

Ingresso nel G20 dell’Unione Africana e il Sud Globale

“Accogliamo con favore l’Unione Africana come membro a pieno titolo del G20. La voce dell’Africa dovrebbe essere amplificata nel G20 e in tutti gli altri forum internazionali”, si legge nella dichiarazione dei leader del G20 di Rio. “Ribadiamo il nostro forte sostegno all’Africa, anche attraverso il compact con l’Africa e l’iniziativa del G20 sul sostegno all’industrializzazione in Africa e nei paesi meno sviluppati, e sosteniamo l’Unione Africana nel realizzare l’integrazione commerciale ed economica e le aspirazioni della sua agenda 2063, mentre entra nel suo secondo decennio di attuazione”, prosegue il testo. 

Il presidente cinese Xi Jinping annunciato iniziative a sostegno del Sud Globale incluso misure per promuovere una Nuova Via della Seta “di alta qualità”, nell’ambito del piano di investimenti infrastrutturali strategici di Pechino. “La Cina è sempre stata un membro del Sud del mondo, un partner fidato e stabile per i paesi in via di sviluppo”, ha sottolineato Xi durante il suo discorso al vertice ritrasmesso dall’emittente statale cinese Cctv. Tra le misure annunciate, Xi ha citato una “rete di connessioni tridimensionale e di alta qualità”, incluso una “Via della seta ecologica e digitale”.

Al lavoro nel deserto di Ubalay, nella regione somala dell'Etiopia colpita dalla siccità. L'impegno del G20 di Rio contro la povertà e la fame nel mondo è nella dichiarazione finale. Forte l'impegno in merito di Lula

Al lavoro nel deserto di Ubalay, nella regione somala dell’Etiopia colpita dalla siccità. L’impegno del G20 di Rio contro la povertà e la fame nel mondo è nella dichiarazione finale. Forte l’impegno in merito di Lula (World Food Programme)

Contro fame e povertà

“Rimaniamo risoluti nel nostro impegno a combattere la fame, la povertà e la disuguaglianza, a promuovere lo sviluppo sostenibile nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale e a riformare la governance globale”. Si legge nell’ultimo paragrafo della dichiarazione dei leader del G20 di Rio de Janeiro. “Accogliamo con favore l’ambizione dell’Arabia Saudita di avanzare il suo turno per ospitare la presidenza del G20 nel prossimo ciclo – si legge nel testo -. Ringraziamo il Brasile per la sua leadership di quest’anno e attendiamo con ansia di lavorare insieme nel 2025 sotto la presidenza del Sudafrica e di incontrarci nuovamente negli Stati Uniti nel 2026”. 

Una tassa per i super ricchi

“Nel pieno rispetto della sovranità fiscale, cercheremo di impegnarci in modo cooperativo per garantire che gli individui con un patrimonio netto ultra elevato siano tassati in modo efficace”, si legge nella dichiarazione dei leader del G20 di Rio de Janeiro. “La cooperazione – si spiega – potrebbe comprendere lo scambio di buone pratiche, l’incoraggiamento di dibattiti sui principi fiscali e l’elaborazione di meccanismi antielusione, compresa la lotta alle pratiche fiscali potenzialmente dannose” con l’auspicio “di continuare a discutere di questi temi in seno al G20 e in altri forum pertinenti”. 

Gli incontri di Giorgia Meloni

La premier Giorgia Meloni ha incontrato a Rio il Primo Ministro indiano Narendra Modi, quinto faccia a faccia in due anni. L’ultimo incontro è stato lo scorso giugno in Puglia in occasione del G7, quando Modi si è congratulato con Meloni per aver guidato il vertice “in tempi difficili”. A seguito degli incontri in Puglia, i due leader hanno ribadito il loro impegno per far avanzare il partenariato strategico India-Italia e hanno annunciato un piano d’azione strategico congiunto 2025-29 che delinea la loro visione per i
prossimi cinque anni. Il piano d’azione, viene spiegato, favorirà collaborazioni, programmi e iniziative congiunte in settori chiave come: commercio e investimenti, scienza e tecnologia, tecnologie nuove ed emergenti, energia pulita, spazio, difesa, connettività e rapporti tra i due popoli.

 

Altro incontro importante è avvenuto a margine dei lavori del G20 tra la presidente del Consiglio, accompagnata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, e il Presidente della Banca Mondiale Ajay Banga. Il colloquio, spiega una nota di Palazzo Chigi, “ha rappresentato l’occasione per fare il punto” sulla collaborazione rafforzata tra l’Italia e la Banca Mondiale, inaugurata dall’adozione della dichiarazione d’intenti a margine del Vertice G7 di Borgo Egnazia, con l’obiettivo di realizzare congiuntamente iniziative di sviluppo nelle Nazioni africane nei settori chiave del Piano Mattei per l’Africa, quali energia, infrastrutture, acqua e formazione. Nel corso della discussione, la Presidente del Consiglio “ha annunciato l’intenzione dell’Italia di accrescere il proprio contributo al rifinanziamento triennale dell’International Development Association (IDA) anche al fine di permettere all’organo, che destina il 75% delle sue risorse all’Africa, di rafforzare il proprio sostegno ai progetti realizzati nel quadro del Piano Mattei”.

Meloni ha già avuto modo di parlare con Lula, su come rafforzare la collaborazione tra Roma e Brasilia su settori chiave come infrastrutture ed energia e ampliare intanto gli scambi commerciali. La presidente ha apprezzato la continuità assicurata dalla presidenza brasiliana con i risultati del G7 di Borgo Ignazia, su attenzione al sud globale, transizione verde tassazione minima, intelligenza artificiale e lotta all’immigrazione irregolare. Tra gli altri, Meloni ha avuto un breve scambio anche con Joe Biden durante il ricevimento offerto da Lula.

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