Storie Web domenica, Agosto 3
Notiziario

Sui centri per migranti in Albana si consuma l’ultimo duello social tra Fratelli d’Italia e Partito Democratico. “Ancora difendete le prigioni vuote in Albania? Un progetto che viola i diritti umani, costato un miliardo di euro e pure illegale. Vergognatevi”. 

Il Pd replica così via social a un post di Fdi in cui si legge: “Schlein imita il presidente Meloni ed esulta contro l’Italia”. Un post accompagnato da un video della segretaria Pd che dice: “Oggi ci è arrivata la notizia mentre arrivavamo qui a Force e ci hanno detto: guardate che la Corte di Giustizia Europea ha dato torto al governo italiano su quegli inumani e cinici centri in Albania. Questo è successo. Diamo un messaggio alla presidente del consiglio, i centri in Albania non fun-zio-ne-ran-no”. L’ultima frase rallentata con un programma di editing video così da risultare parodistica. 

Ribatte il Pd: “La vera domanda è come si può stare al governo continuando a remare contro l’Italia? Quello che avete fatto sui dazi, le tasse alle multinazionali, la spesa militare, danneggiando l’interesse nazionale per la vostra subalternità politica a Trump, è contro l’Italia”, scrivono i dem.

Sotto lo scambio social tra Pd e Fdi ribolle l’ira dei partiti di maggioranza per la sentenza della Corte di Giustizia europea che non ha escluso lo scrutinio di un giudice sulla designazione di Paese ‘sicuro’ da parte dei governi nel repingere un richidente asilo. “Vogliamo mettere alla Farnesina un magistrato? Solo nelle dittature giudiziarie tutti sono sindacabili tranne i giudici, è una cosa da giacobini. Il giudice deve applicare la legge, non scegliere le destinazioni sicure” Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Antonio Tajani, ministro degli Esteri

La risposta a Tajani arriva, sullo stesso tono, dal segretario di Più Europa Riccardo Magi: “Da giacobini è pensare che ci sia un potere politico superiore alla legge e non c’è niente di anomalo nel fatto che la Corte di Giustizia europea sia l’organo che accerta la conformità delle norme nazionali alle direttive e ai regolamenti europei e dà la giusta interpretazione di questi: da Tajani, un ex presidente del Parlamento europeo, ci saremmo aspettati maggiore attenzione nel non scivolare nel sovranismo antieuropeo più becero”.

“I giudici decidono sulle domande di protezione internazionale dopo una lunga istruttoria, non in un giorno. E che, a differenza di quella che fa il governo, tiene conto delle condizioni specifiche del ricorrente. Il Paese da cui proviene, pur essendo considerato in astratto sicuro, potrebbe non esserlo per chi appartiene ad una minoranza perseguitata, magari per motivi che attengono alla sfera individuale: ad esempio l’orientamento sessuale”, dice, sempre sul Corriere della Sera, Rocco Maruotti, segretario generale dell’Anm.

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