«Non intendiamo discutere pubblicamente i dettagli», aveva chiarito la settimana scorsa il segretario di Stato americano, Marco Rubio, riferendosi alle proposte avanzate da Washington per una composizione del conflitto tra Russia e Ucraina: «Appena queste cose finiscono sui media, l’iniziativa va in pezzi». Ieri a Mosca il portavoce del Cremlino ha tenuto la stessa linea, rispondendo a una domanda del quotidiano Izvestija: «Se qualcuno qui è a conoscenza del piano, non lo ha reso pubblico», ha detto Dmitrij Peskov ammiccando.
Eppure, sarebbe proprio di Vladimir Putin la mossa attorno a cui ruota l’iniziativa americana: secondo quanto ha scritto ieri sera il britannico Financial Times, il presidente russo sarebbe pronto a congelare l’attuale linea del fronte, bloccando l’invasione dell’Ucraina e facendo un passo indietro rispetto alla pretesa di conquistare interamente le quattro regioni ucraine parzialmente occupate dai russi, ma già annesse alla Federazione.
Le fonti del quotidiano britannico fanno risalire l’”offerta” di Putin all’ultimo incontro con Steve Witkoff, l’inviato di Trump che secondo il consigliere del Cremlino Jurij Ushakov, peraltro, starebbe già per tornare in Russia in questi giorni. Su questa base la diplomazia americana prova ad accelerare, messa alle strette dall’impazienza di Donald Trump che nel giorno di Pasqua aveva visto «buone chance» di arrivare a un’intesa già entro questa settimana. Ma come ha detto Peskov a FT, «il lavoro è complesso e non può essere fatto in pubblico. E’ difficile aspettarsi risultati immediati».
Lo conferma il fatto che mercoledì a Londra Rubio avrebbe dovuto rinsaldare il riavvicinamento alla diplomazia europea confrontandosi con i ministri degli Esteri e i consiglieri per la Sicurezza nazionale di Regno Unito, Francia, Germania e Ucraina, dopo la riunione della settimana scorsa a Parigi che aveva fatto trapelare un certo ottimismo da parte degli organizzatori francesi. Ma ieri sera la portavoce di Rubio, Tammy Bruce, ha comunicato a sorpresa che il segretario di Stato americano ha annullato il viaggio. L’incontro, ha detto Bruce, proseguirà come previsto, con l’inviato per l’Ucraina Keith Kellogg a rappresentare gli Stati Uniti.
Il timore degli europei, scrive Financial Times, è che Putin convinca Trump a imporre a Kiev tutte le richieste russe come un fatto compiuto. Le indiscrezioni sul piano della Casa Bianca circolate nei giorni scorsi parlano di un possibile riconoscimento del controllo russo sulla Crimea da parte degli Usa, e di una disponibilità americana ad allentare le sanzioni contro Mosca, escludendo la possibilità di un’adesione ucraina alla Nato. A questo il New York Post ha aggiunto altri dettagli: il “piano Trump” prevederebbe il dispiegamento in Ucraina – ma non sulla linea del fronte – di un contingente di Paesi europei con un ruolo “stabilizzatore” per rispondere alla richiesta di garanzie di sicurezza a cui l’Ucraina, come ha detto Rubio, «ha diritto come ogni Paese al mondo». Il rispetto del cessate il fuoco, invece, verrebbe monitorato da una commissione finanziata dagli Stati Uniti e composta da rappresentanti russi, ucraini e di un Paese terzo che non sia membro della Nato.