In Italia il fotovoltaico flottante, pannelli solari installati su specchi d’acqua, potrebbe avere un potenziale da 25 GW considerando solo i bacini artificiali. Si tratta di una stima emersa durante il convegno “Fotovoltaico Flottante: l’innovazione al servizio della transizione energetica” promosso da Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Elettricità Futura e Green Ideal Holding. Non c’è ancora una mappatura di riferimento, ma dal confronto tra istituzioni, amministrazioni, imprese e associazioni per fare il punto su potenzialità e prospettive, l’interesse è unanime e tutti concordano su una crescita significativa della tecnologia. In Italia sono stati già avviati iter autorizzativi per circa 3 GW di impianti distribuiti in tutte le regioni, utilizzando bacini su ex cave, irrigui di aziende agricole e demaniali per uso idrico o industria, e si prevedono tassi di sviluppo a tre cifre.
I numeri
Giorgio Boneschi, direttore generale di Elettricità Futura, evidenziando le potenzialità della tecnologia in paesi come l’Italia, che dispongono di una vasta superficie idrica e di una forte irradiazione solare, ha ricordato i 450 MW rilevati nel 2023 in Europa, secondo mercato globale dopo l’Asia, da Solarpower Europe, di cui 280 nei Paesi Bassi.Laketricity Italia (Ciel & Terre) stima un potenziale di 4.044 GW nel mondo e 200 GW in Europa con solo il 10% dei bacini censiti: per l’Italia la stima è di 25 GW, considerando i soli bacini artificiali, mentre al momento l’installato si aggira sui 10-15 MW e lo sviluppo si concentra a Nord, sui bacini privati, ex cave, vasche agricole, mentre il Sud, che ha bacini molto più grandi, ma pubblici, sarà interessato da una seconda ondata. Green Ideal Holding, che ha 850 MW di progetti su aree demaniali per i quali è necessaria una concessione, prevede come obiettivo al 2030 che si possa arrivare a 7-8 GW di potenza autorizzata.
I benefici
Grazie al posizionamento dei pannelli su strutture galleggianti, gli impianti di fotovoltaico flottante permettono di ottenere importanti benefici: non consumano suolo, assicurano rapidità della posa in essere e del decommissioning, aumentano l’efficienza dei moduli, possono contribuire alla valorizzazione economica delle aree demaniali grazie ai contributi generati a favore dello Stato, riducono l’evaporazione dei bacini idrici, quest’ultimo punto in particolare particolarmente importante in tempi di cambiamenti climatici e estati siccitose come le ultime, soprattutto nel Sud Italia. Enel Green Power calcola che il flottante possa aumentare l’efficienza del 5-10% in più rispetto fotovoltaico a terra e un impianto da 1 MW, come quello dell’azienda a Venaus (Torino) può far risparmiare 10mila metri cubi in un anno.
La normativa
La cornice normativa lo riconosce: il Testo Unico Rinnovabili, in vigore da quest’anno, include le applicazioni del fotovoltaico flottante tra quelle interessate dalla individuazione, ormai prossima, delle zone di accelerazione, considerata un passaggio fondamentale per raggiungere gli obiettivi di energia rinnovabile del Pniec al 2030. La tecnologia è contemplata anche all’interno dell’architettura dei decreti FerX e Fer2. Per quest’ultimo il contingente a incentivo è pari a 50 MW: dopo la prima asta dedicata a biogas e biomasse, Paolo Arrigoni, presidente del Gse, indica una seconda in estate «forse a luglio o a settembre», mentre per il FerX transitorio, in vigore dal 28 febbraio, si attende la prima procedura competitiva tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito la necessità di tutte le tecnologia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. «Nel Fer2 per il flottante puro è previsto in una quantità non enorme, 50 MW. Però uno spazio c’è: io credo che si possa avere una discussione sui numeri e cambiarli se c’è la domanda. E dal punto di vista normativo, l’interesse del governo è riuscire a dare certezza».