
Dopo oltre due mesi dal varo in Consiglio dei ministri (era il 17 ottobre) la Manovra è approdata finalmente nelle aule parlamentari e, dopo l’approvazione in Senato, è pronta per il voto finale alla Camera previsto entro martedì 30 dicembre. Una lunga gestazione caratterizzata da oltre 5.700 proposte di modifica, e relativi emendamenti, e da discussioni serrate tra le forze politiche della maggioranza. Un iter travagliato per arrivare a un testo definitivo dove, tra l’ampio numero di interventi normativi previsti, c’è un pacchetto di misure volte a rafforzare le adesioni alla previdenza complementare.
Da diversi anni si prova in tutti i modi a convincere i giovani che entrano nel mondo del lavoro a utilizzare il Tfr per costruire una pensione integrativa, un secondo assegno previdenziale che possa bilanciare la perdita di reddito derivante dalla pensione pubblica. Ma fino ad oggi non lo hanno fatto in molti. L’adesione ai fondi pensione in Italia è ancora relativamente bassa. Secondo gli ultimi dati Covip, sono circa 9,95 milioni gli italiani iscritti a una forma di previdenza integrativa, che rappresentano il 38,3% della forza lavoro complessiva.
Adesso il governo prova a dare una nuova spinta alla cosiddetta pensione di scorta, per offrire l’opportunità di avere una pensione più dignitosa ai lavoratori e, al contempo, alleggerire la pressione sul sistema pubblico che in futuro dovrà far fronte all’invecchiamento della popolazione e all’aumento dei costi della previdenza pubblica.
Un primo piccolo impulso è stato dato con l’aumento del tetto di deducibilità fiscale dei contributi volontari versati ai fondi pensione, che passa dagli ormai anacronistici 5164,57 euro a 5300 euro annui. È stata anche prevista una maggiore flessibilità nell’utilizzo del risparmio previdenziale, con una serie di esplicitazioni rispetto alla «rendita vitalizia» e la nuova opzione della «rendita a durata definita». Nel primo caso, se sopravviene una premorienza, la parte restante del montante accumulato resta al fondo. Con la seconda ipotesi si può adesso scegliere di ritirare tutto in un determinato arco temporale, comunque non inferiore a 5 anni.
Per incentivare le adesioni ai fondi pensione da parte dei giovani, dal prossimo luglio è stato previsto il tacito conferimento del Tfr (silenzio assenso) per i neo assunti alla previdenza integrativa. Ci saranno 60 giorni per cambiare idea. Ed è previsto l’obbligo per i fondi pensione di investire i contributi dei silenti con il meccanismo del life cycle, che adegua automaticamente il profilo di investimento – da aggressivo a prudente – in base all’età e all’orizzonte di vita lavorativa di ciascun aderente. Finora la norma prevedeva il conferimento dei silenti nelle linee garantite dei fondi pensione, che hanno profondamente deluso le aspettative. Adesso bisognerà attendere le istruzioni Covip per capire cosa succederà alle linee garantite e, soprattutto, ai 3,9 milioni di italiani che giacciono su questi comparti, il 30% dei quali sotto i 40 anni.










