Dal nostro corrispondente
NEW DELHI – A poco più di una settimana dall’allarme lanciato dal segretario alla Difesa americano Pete Hegseth circa il rischio «reale» e potenzialmente «imminente» di un attacco cinese a Taiwan, i vertici militari giapponesi hanno segnalato la presenza di una portaerei di Pechino in un’area dell’Oceano Pacifico fino a oggi mai raggiunta dai vascelli della People’s Liberation Army Navy. Secondo un comunicato del Joint Chief of Staff nipponico, nel corso del fine settimana, la Liaoning e tre navi di appoggio hanno compiuto una serie di esercitazioni, compresi il decollo e l’atterraggio di caccia ed elicotteri, a circa 300 chilometri a sud ovest dell’atollo giapponese di Minamitorishima.
Non era mai successo che una delle tre portaerei cinesi si avventurasse tanto al largo nell’Oceano Pacifico, varcando la seconda delle due catene di isole che, grazie alle loro basi americane e non, fungono da contenimento della capacità di Pechino di proiettare la sua potenza militare nell’Oceano Pacifico. La prima catena, quella più a ridosso della terraferma, comprende il Giappone, Taiwan, le Filippine e l’Indonesia, mentre la seconda collega il Giappone con la Micronesia, passando da una serie di piccoli arcipelaghi, tra cui quelli di cui fanno parte le isole di Iwo Jima e Guam.
Il dispiegamento del carrier strike group della Liaoning in una zona così lontana dalle coste cinesi è considerato significativo perché in caso di conflitto tra Pechino e Taipei, una delle principali minacce per la Marina militare cinese sarebbe rappresentata dall’arrivo delle forze americane di stanza alle Isole Hawaii. L’area di Oceano Pacifico in cui si sono svolte le esercitazioni nel fine settimana si trova sulla direttrice che collega queste basi statunitensi con Taiwan e, nell’eventualità di un conflitto, per Pechino la capacità di impedire o rallentare l’arrivo di navi americane sarebbe cruciale.
Detto questo, secondo la stampa specializzata, la Liaoning avrebbe dei limiti tecnici che la renderebbero più adatta a sfidare le marine militari di Paesi come le Filippine e il Vietnam che non quella statunitense. Si tratta di una nave concepita in Unione Sovietica a metà anni 80 come una portaerei della classe Kuznetsov che, al momento del crollo dell’Urss, nel 1991, era ben lungi dall’essere ultimata. Venduta molti anni più tardi dall’Ucraina a un uomo d’affari di Hong Kong, è entrata in servizio solo nel 2012.