“Oggi il 75% della popolazione europea vive nelle aree urbane con evidenti problemi di congestione e di difficoltà nell’assicurare servizi adeguati. Dall’altro, abbiamo il tema dello spopolamento delle aree interne e rurali. La Commissione Ue vuole intervenire in questo evidente squilibrio, affrontando innanzitutto i nodi infrastrutturali che ancora rendono poco appetibile vivere nelle campagne. In questo percorso centrale sarà l’agricoltura che, reinterpretata grazie alle nuove tecnologie, può offrire lavoro e prospettive di sviluppo anche alle giovani generazioni. E’ per questo che la nuova Commissione ha impresso un vero e proprio cambio di passo col quale il settore agricolo è passato dall’essere un problema (soprattutto nella precedente visione green) all’essere parte della soluzione”.
A spiegarlo anche ai tanti studenti presenti alla prima giornata di “Agricoltura è” la tre giorni dedicata al settore agricolo organizzata a Roma dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, il vicepresidente della Commissione Ue (che ha anche il coordinamento sui Commissari Ue all’Agricoltura) e Commissario alle Politiche di Coesione, Raffaele Fitto.
Il ripopolamento delle aree rurali è un obiettivo ambizioso che potrebbe in prospettiva consentire risposte anche dal punto di vista ambientale perché laddove c’è spopolamento e dove i campi agricoli vengono abbandonati c’è anche dissesto idrogeologico che determina danni evidenti ai territori e al paesaggio.
“E’ per questo – ha aggiunto Fitto – che Bruxelles vede ora come fortemente integrate politica agricola e politiche di coesione. Sono entrambe fondamentali sia sul piano delle infrastrutture e della connessione col resto d’Europa che su quello della creazione di servizi che giustifichino la permanenza in aree altrimenti definite marginali”.
Tutti obiettivi largamente condivisibili ma che ora si scontrano però con il nodo della disponibilità di risorse. “E’ già in atto il dibattito sul futuro bilancio Ue – ha aggiunto Fitto -. Un dibattito complesso perché nel frattempo, cioè dalla passata programmazione a oggi, sono emerse esigenze nuove. Prima tra tutte quella della difesa, ovvero della necessità di dotare l’Europa di adeguati strumenti di difesa. Tuttavia, io resto convinto che il tema della rivalutazione e del ripopolamento delle aree interne resti una priorità dell’Esecutivo Ue. Per poter favorire una rivitalizzazione di alcune aree occorre affrontare i nodi infrastrutturali. A cominciare dalla water resilience, ovvero del dare risposte sulla disponibilità della risorsa acqua e sulla sua gestione. Occorrono investimenti mirati sia dove oggi si verificano alluvioni sia per quelle aree nelle quali invece la risorsa acqua è da sempre una risorsa scarsa”.