Storie Web sabato, Ottobre 18
Notiziario

Le gravi questioni retributive che assillano medici e infermieri e la stessa attrattività del lavoro pubblico per queste professioni hanno finalmente trovato una soluzione. Infatti il 23 settembre scorso la Camera ha approvato la pdl A.C. 2231 relativa alla “Istituzione della festa nazionale di San Francesco d’Assisi” da celebrare il 4 ottobre di ogni anno.

Una maggioranza schiacciante

Il testo – che ha unificato due distinte proposte di legge (l’altra era l’A.C. 2097) – è stato approvato con 247 voti a favore e 2 contro, segno evidente che tra i grandi temi giacenti da anni in Parlamento la festa di San Francesco ha trovato priorità assoluta (la proposta è stata presentata il 6 febbraio di quest’anno) e condivisione trasversale.

In arrivo 10,5 milioni

La evidente e bonaria ironia di quanto appena detto è dovuta al fatto che nell’art. 2 del testo votato si legge che per l’attuazione della legge si autorizza la spesa di circa 10,5 milioni, “di cui 8.793.880 euro annui destinati al comparto del Servizio sanitario nazionale”.
La formulazione non è delle migliori perché si potrebbe intendere che il finanziamento sia solo per i dipendenti del comparto e non per i dirigenti che appartengono alla “area” del Ssn. Questo importo, non proprio quattro spiccioli, sarà necessario per erogare a tutti i lavoratori che a decorrere dall’1.1.2026 saranno in turno il 4 ottobre le specifiche indennità prescritte dai rispettivi contratti collettivi. Si tratta, per i dirigenti sanitari dell’art. 27, comma 5, del Ccnl del 23.1.2024 che ipotizza 100 euro per ogni turno di guardia festiva, mentre per i dipendenti del comparto l’art. 106, comma 4, del Ccnl del 2.11.2022 prevede per un turno di sei ore festivo € 15,30 (non incrementati dal contratto di imminente sottoscrizione). Per la copertura finanziaria del maggiore onere, la legge ricorre alla riduzione del fondo di cui all’ art. 1, comma 200, della legge 190/2014, cioè il “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione”.

Due anni di attesa

E’ immaginabile con quale grande soddisfazione sarà accolta l’entrata in vigore della legge da parte del personale sanitario turnista in h 24, anche se tra le righe è celata una piccola sorpresa: il giorno 4 ottobre 2026 è una domenica, per cui per l’”arricchimento” derivante dalla festa di San Francesco si dovrà attendere il 2027. Ecco il motivo per cui nell’art. 2 si precisa che “il fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 8.793.880 euro annui a decorrere dall’anno 2027”. Sembra tutto lineare, ma non è così perché quando si applicherà la norma – cioè fra due anni – quell’importo non sarà affatto sufficiente a remunerare i maggiori costi del personale, in quanto saranno entrati in vigore i Ccnl per il triennio 2025-2027, almeno si spera, considerato che per la dirigenza sanitaria è ancora in alto mare il triennio 2022-2024.

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