Storie Web sabato, Agosto 2
Notiziario

Dalle trattative Usa-Ue sui dazi alla guerra tra Russia e Ucraina. Dall’aumento della classe media in India agli attacchi degli Houthi alle navi cargo del Golfo Persico. Tasselli che sembrano molto lontani tra loro, eppure il loro combinato disposto è una corsa dei prezzi dei fertilizzanti che non sembra conoscere fine.

Soltanto nei primi tre mesi del 2025 le quotazioni dei principali input chimici per l’agricoltura sono cresciute dell’11%, ha ricordato di recente la Confagricoltura. Il perché è un risiko complesso, dove la politica internazionale c’entra, e moltissimo. Le cause principali sono la dinamica dei prezzi del gas naturale, l’aumento della domanda di urea da parte dei Paesi emergenti e le restrizioni alle esportazioni.

Prendiamo l’azoto, ingrediente essenziale di un quarto di tutti i concimi utilizzati in Italia: nel 2024 la domanda di urea – il composto chimico in cui è contenuto – ha superato l’offerta un po’ per l’impennata di acquisti da parte dell’India e del Brasile, e un po’ per la riduzione ritorsiva applicata dalla Cina al proprio export. Il risultato, ricorda Confagricoltura, è stato un aumento del costo dell’azoto di quasi il 20% rispetto all’anno scorso.

Anche il prezzo del fosfato di ammonio è aumentato del 5%, ma questa volta la colpa va divisa tra i dazi imposti a Mosca e le restrizioni (-10% nel 2024) che Pechino ha applicato alle esportazioni di fosfati, a tutela della domanda interna destinata alla produzione di batterie. In Europa si cerca di sostituire le forniture da Russia e Cina con quelle dall’Arabia Saudita e dal Marocco, ma sono più costose. Infine, è aumentato anche il prezzo del cloruro di potassio – più 12% nel primo trimestre dell’anno – e questo nonostante l’export di potassio dalla Russia sia continuato perché questo prodotto non rientrava tra quelli colpiti dalle sanzioni.

Questo quadro già così complesso, scrive Confagricoltura, è però destinato a peggiorare con i dazi approvati lo scorso maggio dalla commissione Commercio dell’Europarlamento: entro il 2028 si arriverà a una tariffa sui fertilizzanti di Mosca di 430 euro per tonnellata. I Paesi più colpiti dai rincari saranno Germania e Polonia, ma anche l’Italia e la Slovenia sono nell’occhio del ciclone. La Ue produce infatti solo 8,7 milioni di tonnellate di fertilizzanti azotati rispetto al suo fabbisogno reale di 24,9 milioni.

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