Storie Web mercoledì, Luglio 23
Notiziario

Il potere delle parole, Semenzato: servono rispetto, educazione e confronto

Ronzulli, con il nuovo reato restituita dignità alle vittime

«Dietro ogni donna uccisa c’è un sistema che ha sottovalutato, rinviato, ignorato. Oggi, con l’approvazione della legge sul femminicidio, non vogliamo più farlo. Maggioranza e opposizione si presentano unite per dare un segnale potente, per una presa di coscienza istituzionale: certe morti non sono solo individuali, ma riguardano tutti. Il diritto penale si fa strumento di trasformazione sociale. Dare un nome a questo crimine significa rompere il silenzio, restituire dignità alle vittime e soprattutto smascherare la natura specifica e reiterata di questo tipo di violenza. Affermiamo che la vita delle donne conta, che la loro libertà non è negoziabile, che l’amore non può mai essere una giustificazione per il controllo o per la distruzione. È un segnale chiaro, forte, di uno Stato che sceglie di stare dalla parte delle vittime», commenta la senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, intervenendo in Aula sul ddl sul femminicidio.

Carfagna: nessuna tolleranza per chi uccide donne

«Con l’approvazione unanime al Senato del disegno di legge sul femminicidio l’Italia compie un grande passo in avanti nella lotta alla violenza sulle donne, perché non solo introduce una nuova e necessaria fattispecie di reato ma fissa un principio: lo Stato non offrirà mai più nessuna tolleranza e comprensione a chi uccide le donne per punirle della loro indipendenza, libertà, scelte di vita», afferma Mara Carfagna, segretario di Noi Moderati. “È vero – aggiunge – che per tutelare i diritti di parità non basta la repressione ma serve anche azione civica ed educazione nelle scuole, ma non possiamo sottovalutare il valore di una legge che aiuterà a cancellare il vecchio ’se l’è cercata’ dai tribunali e dal discorso pubblico».

Rossomando, ora serve educazione

«L’ingresso nel linguaggio pubblico delle parole che ritraggono la violenza sulle donne è il frutto di una battaglia di anni. Parole come discriminazione, prevaricazione, dominio, limitazione della libertà sono il segno di una cultura da battere. Oggi anche la maggioranza parla di stereotipi da battere e questo è un passo avanti», dice la senatrice del Pd Anna Rossomando. «Sappiamo che il reato in sé non basterà a fermare il fenomeno l’educazione all’affettività e alla sessualità fin dalla scuola primaria e un investimento nella formazione del personale scolastico sono delle priorità e su questi temi è necessario intervenire con un provvedimento di legge su cui non si può attendere oltre».

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Unterberger, è un importante passo in avanti

«Un tempo, nel diritto penale, il riferimento alle donne veniva utilizzato per attenuare le pene, come nel caso del delitto d’onore o del matrimonio riparatore. Con questa legge, uccidere una donna in quanto donna comporterà il massimo della pena: l’ergastolo. È un passaggio epocale, una piccola grande rivoluzione copernicana nel nostro diritto penale», commenta la presidente del Gruppo per le Autonomie Julia Unterberger. “L’introduzione di una fattispecie autonoma di femminicidio, punita con l’ergastolo, rappresenta un segnale chiaro e necessario: la violenza contro le donne, in quanto donne, è un crimine che la nostra società non è più disposta a tollerare. Il nuovo reato consente di superare ambiguità interpretative e scelte giurisprudenziali controverse, come nel caso delle 75 coltellate a Giulia Cecchettin, valutate come inesperienza e non come crudeltà.

Paita, segnale importante al Paese

«L’approvazione all’unanimità del Ddl sul femminicidio è un segnale importante che il parlamento ha voluto dare al paese per contrastare la violenza di genere, che è una vera e propria piaga sociale. L’introduzione del nuovo delitto però non basta, serve un impegno costante sulla prevenzione», dice la senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva.

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