Storie Web venerdì, Maggio 17
Notiziario

Julio Velasco, neo coach dell’Italvolley femminile dallo scorso 8 novembre ha sostenuto la sua prima conferenza ufficiale, delineando linee e pensiero ben precisi: “Dobbiamo ricordarci di essere l’Italia. Se ci saranno lamentele? Vorrà dire che andiamo bene”. E sul tema Antropova-Egonu, è stato perentorio: “Pronto a litigare”

Julio Velasco si è presentato ufficialmente nella conferenza stampa che apre le porte alla stagione 2024 della pallavolo azzurra, in qualità di coach dell’Italvolley femminile, impegnata ancora a conquistare un pass per Parigi 2024. Il suo insediamento sulla panchina azzurra era arrivato mesi fa, quando l’8 novembre 2023 era succeduto a Mazzanti. Ora, dopo aver scelto il proprio staff e analizzato da vicino un ambiente che conosce già benissimo, ha aperto le porte al proprio pensiero e alla propria filosofia in vista della Nations League. Mettendo precisi paletti soprattutto su un tema caldissimo di chi scenderà in campo: “Non mi parlate di questo tema perché non risponderò mai”.

Un Velasco arrembante, da baionetta tra i denti e pronto alla sfida prendendola come di suo consueto di petto. Dopotutto ha preso in mano un testimone scottante che arriva dalle infuocate polemiche che coinvolsero il suo predecessore da ct dell’Italvolley femminile, Davide Mazzanti, e all’indomani delle cocenti delusioni sul fronte sportivo. Lo scorso autunno mancò l’accesso con un orribile Torneo Preolimpico, successivo al fallimento all’Europeo dove la nazionale venne sconfitta dalla Polonia, in una finale intrisa di polemiche.

Oggi,  a distanza di cinque mesi dal suo primo insediamento, ha delineato una linea precisa su ciò che ci si dovrà aspettare dal suo corso: Non ho convocato in Nazionale nessuna giocatrice che non giocasse tra i primi 6 del proprio club. Credo che questo sia un cambiamento significativo, un deterrente per i giovani che preferiscono club con un autobus più bello e un po’ di soldi in più. La libertà personale è assoluta, così come la nostra libertà di non convocare in Nazionale qualcuno che non gioca per il club”.

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Primo mattoncino che prepara le fondamenta di ciò che accadrà nei prossimi giorni. Per una linea se non dura, sicuramente profondamente marcata: “Tutte le giocatrici devono superare i loro limiti e per ciascuna di loro ho scelto qualcosa che dà loro fastidio. Questo perché ritengo serva un cambio di mentalità ed essere duri nei momenti difficili. Se sentite delle lamentele” avvisa Velasco, “vuol dire che andiamo bene, se non ci sono manca la volontà di volerle superare”.

Un primo punto preciso cui ne segue un secondo, altrettanto perentorio: “Dobbiamo ricordarci di essere l’Italia e non possiamo mancare ai Giochi Olimpici” ha sottolineato Velasco ricordando che ad oggi la nazionale femminile non ha ancora ottenuto l’accesso per Parigi, che passerà attraverso il ranking da migliorare con la Nations League. “Spero che fra qualche anno si possa parlare anche per le ragazze di una generazione di fenomeni. Abbiamo l’obbligo di vincere le Olimpiadi e qualsiasi competizione ci si presenti”.

Con chi? Ed è qui, sul terzo punto focale della conferenza che Velasco non si fa certo intimorire, anzi. E’ proprio il ct a prevenire l’argomento e a darne una spiegazione che non ammette alcuna replica. Argomento strozzato in gola, nei pc e sui taccuini dei giornalisti presenti: favorirà la presenza in campo di Egonu o preferirà Antropova? La risposta arriva come una schiacciata vincente da match-point: “Non permetterò mai che mi venga posta questa domanda. Siamo una squadra, punto. Non parlarmi di questo argomento perché non risponderò mai. Farò come faceva Mourinho: litigherò con tutti i giornalisti che me la porranno”.

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