Storie Web martedì, Giugno 17
Notiziario

Il settore molitorio italiano si prepara ad affrontare un’annata promettente dal punto di vista produttivo, ma non priva di sfide strutturali che richiedono interventi mirati per rafforzare la competitività dell’intera filiera cerealicola nazionale.

Secondo le previsioni presentate durante l’edizione 2025 dei Durum Days organizzati da Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e altre organizzazioni del settore, la produzione nazionale di grano duro per l’annata agraria 2024-2025 è stimata in oltre 4,2 milioni di tonnellate. Si tratta di un dato superiore di circa il 20% rispetto al 2024 e del 12% rispetto alla media degli ultimi cinque anni, come riportato dai dati presentati dal Crea. L’aumento della produzione è legato sia all’espansione delle superfici coltivate, cresciute del 9,5% a livello nazionale secondo i dati Istat (1,28 milioni di ettari rispetto a 1,17 dello scorso anno), sia alle condizioni particolarmente favorevoli registrate in Sicilia, Basilicata e parte della Puglia.

Nonostante le prospettive produttive positive, il mercato ha registrato nelle ultime settimane una flessione dei prezzi. Le analisi di Areté mostrano che, in media tra marzo e le prime settimane di maggio, si è verificato un calo del 7% per il frumento duro quotato a Bologna e dell’8% su Foggia. Tra i principali fattori ribassisti spicca l’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro statunitense: tra marzo e maggio il tasso di cambio è aumentato del 4%, rendendo più economiche le importazioni contrattualizzate in dollari.

Il settore della trasformazione conferma quindi la sua posizione di leadership europea. Come evidenziato da Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia (alla cui guida è appena stato eletto Vincenzo Martinelli, ndr) sono attualmente circa 300 i molini che operano nel nostro Paese, trasformando annualmente oltre 12 milioni di tonnellate di frumento tenero e di frumento duro per la produzione di quasi 8 milioni di tonnellate di sfarinati. Questi numeri collocano il comparto molitorio nazionale saldamente al vertice dell’industria molitoria europea per i volumi ma anche per la qualità della sua produzione..

La qualità italiana trova conferma nella crescita delle esportazioni: negli ultimi 15 anni le vendite all’estero di sfarinati hanno registrato una crescita superiore al 300%, raggiungendo quasi mezzo milione di tonnellate complessive. Nonostante i numeri positivi, il settore deve affrontare criticità strutturali che si trascinano da decenni. Vincenzo Martinelli, presidente della Sezione Molini a frumento duro e nuovo presidente Italmopa fa notare che la filiera opera «in un contesto aperto, globale, fortemente concorrenziale». Martinelli sottolinea anche l’importanza di superare «la mera finalità di natura sindacale e di valenza locale» per puntare invece «alla crescita della competitività dell’intera filiera nazionale».

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