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Francesco Grandolfo oggi ha 32 anni e gioca nel Monopoli in Serie C. All’Italia del calcio si era presentato con una tripletta da sogno all’esordio in Serie A col Bari, poi il Calcioscommesse: “Ma io per fortuna non ero in quello spogliatoio”.

Lo stadio Dall’Ara di Bologna non avrebbe mai potuto immaginare che nell’ultima giornata del campionato di Serie A 2010/2011 un giovanissimo Francesco Grandolfo, all’esordio assoluto nel massimo campionato italiano, avrebbe realizzato una tripletta col suo Bari già retrocesso. Una giornata speciale che l’attaccante classe 1992 ha rivissuto in un’intervista a Fanpage in cui ha anche raccontato il suo percorso fino a questo momento. Punta del Monopoli attualmente nelle zone alte del girone C di Serie C, Grandolfo è già andato in doppia cifra confermandosi ancora. Ma quella giornata di Bologna è ancora impressa nella sua mente:

“Difficile da descrivere perché quello è stato l’apice delle emozioni, quasi inspiegabili – ha detto -. Immagina un ragazzo di 18 anni che fa una tripletta in Serie A con la squadra della sua città, è stata veramente una tempesta d’emozioni”. Quel Bari fu però travolto anche dalla vicenda Calcioscommesse e da quel derby contro il Lecce reso celebre dall’autogol di Masiello: “Se ne sapessi qualcosa? Grazie a Dio mi spogliavo altrove, nello spogliatoio riservato ai ragazzi della Primavera, non mi sono mai accorto di niente”. Oggi Grandolfo – laureato in Scienze Motorie con un master in sport e management e il conseguimento del patentino da direttore sportivo – gioca nel Monopoli in Serie C e culla il sogno di un’impresa chiamata Serie B.

L'esultanza di Grandolfo dopo un gol col Monopoli.

L’esultanza di Grandolfo dopo un gol col Monopoli.

Francesco, oggi sei al Monopoli, nelle zone alte della classifica del girone C.
“Sta andando benissimo contro ogni aspettativa pensando a come è andata l’anno scorso con una salvezza ai playout. Oggi ci troviamo lì su e questa cosa ci motiva, è una bella soddisfazione per tutta la squadra. Sono molto contento anche io dopo aver raggiunto la doppia cifra”.

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Cosa risponderesti a un’eventuale chiamata del Bari?
“Domanda molto difficile. C’è da dire che sono legatissimo ad entrambe le piazze. Bari è stata quella da cui sono partito avendo fatto tutto il settore giovanile fino all’esordio in prima squadra. Monopoli mi ha adottato e sono legato per il bene che mi vogliono le persone e poi perché mi piace la città, sono innamorato del posto, ci sono sempre stato anche quando non ci giocavo e dunque c’è un legame particolare”.

Cosa ricordi della tripletta in Serie A contro il Bologna?
“Difficile da descrivere perché quello è stato l’apice delle emozioni, quasi inspiegabili. Immagina un ragazzo di 18 anni che fa una tripletta in Serie A con la squadra della sua città, è stata una tempesta di emozioni”.

Chiamate ricevute dopo la tripletta?
“Ricordo più che altro i consigli dei giocatori del Bari che prima di ritrovarmeli compagni di squadra ammiravo vedendoli da tifosi allo stadio. Amiron e Massimo Donati su tutti. Da quel momento quando vai sulla bocca di tutti poi si avvicina gente che neanche conoscevi. Scoprii di avere zii e cugini che neanche conoscevo. Ecco, i giocatori del Bari mi hanno messo in guardia dicendomi di tenere stretti chi avevo vicino”.

Quanto guadagnavi al Bari? Hai ricevuto un premio per quella tripletta?
“Avevo il minimo contrattuale, quello che facevano a tutti i ragazzi della Primavera, ma non ho mai avuto un premio”.

Fu anche il Bari della vicenda Calcioscommesse. Cosa ricordi?
“Quella partita poi non fu più considerata in quella vicenda. Ricordo che mi ritrovai a giocare il famoso derby, quello di Masiello e dell’autogol. Grazie a Dio mi spogliavo altrove, nello spogliatoio riservato ai ragazzi della Primavera. Uscivo solo quando sentivo il rumore dei loro tacchetti, quindi non ho mai vissuto il loro spogliatoio e non mi sono accorto di niente”.

Sei rimasto sorpreso da quello che accadde?
“Per me, così come per tutta Bari, è una roba che ti resta, ci pensi. Masiello però non l’ho mai sentito anche perché non avevo grandi rapporti con loro”.

Poi cosa è successo?
“Sono andato al Chievo, ma giocai pochissimo, solo due apparizioni. Diciamo che non c’era in quell’epoca questa voglia di far giocare i giovani come adesso che fanno quasi a gara a chi ne fa esordire di più. Ricordo che l’età media del Chievo superava abbondantemente i 30 anni. Poi dopo quell’esperienza sono tornato a Bari in B ma giocando poco”.

Grandolfo dopo Bari è ripartito dalla Serie D.

Grandolfo dopo Bari è ripartito dalla Serie D.

Da lì è iniziata un’altra carriera.
“Dopo il fallimento del Bari mi sono trovato inspiegabilmente dalla Serie A alla Serie D in soli due anni. Sono ripartito da lì segnando 23 gol, poi sono andato ad Andria e ancora in in altre squadre fino alla rottura di crociato e menisco perdendo un anno”.

Ti piacerebbe tornare nell’attuale Bari?
“Non ho mai più sentito il Bari. La politica della società mi sembra sia quella di non portare gente di Bari, ma gente da fuori o appartenente al mondo Napoli”.

Cosa ti aspetti da questo finale di stagione col Monopoli?
“Il Monopoli ha un grande gruppo e la nostra forza è che abbiamo sempre reagito bene ai momenti di difficoltà. Siamo molto tenaci, sappiamo soffrire e questa è stata la nostra forza finora. Spero di arrivare più in alto possibile con la mia squadra”.

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